AGRIGENTO – Riflettori puntati sul maxi blitz che ha interessato da vicino la Girgenti Acque, unico gestore del servizio idrico integrato di Agrigento e provincia, dove tra gli indagati c’è anche il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.
L’operazione, denominata “Waterloo”, ha portato al risultato di 84 persone indagate. Di queste, nei confronti di 50 di loro la Procura starebbe avviando la notifica di conclusione delle indagini preliminari.
Nello specifico, Miccichè avrebbe ricevuto dal numero uno di Girgenti Acque “contributi elettorali, spese di viaggi e soggiorni in violazione a quanto previsto dall’art. 7 comma 2 Legge n. 195/1974, ovvero senza che fosse intervenuta la deliberazione dell’organo societario della Girgenti Acque S.P.A. e senza che i contributi fossero stati regolarmente iscritti nel bilancio della medesima società”.
Proprio sull’accaduto è arrivata la replica da parte dello stesso Miccichè che, all’Adnkronos, avrebbe affermato: “Rimango senza parole. Scopro di essere indagato per un finanziamento elettorale ricevuto, ma io ho comunicato tutti i finanziamento avuti, fino all’ultimo centesimo. Compreso quello di Girgenti Acque”.
Il presidente dell’Ars ha poi aggiunto: “Ho qui davanti a me la delibera del 30 settembre del 2017. Bastava che la Procura di Agrigento alzasse il telefono e mi chiamasse per chiedermelo e io avrei mostrato tutti i documenti necessari. Invece, adesso sono costretto ad andare ad Agrigento in Procura per essere sentito. Poi, parliamo di lentezza della giustizia. In 27 anni che faccio politica prima o poi doveva succedere“.
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