Mafia ed estorsioni a Licata, chieste cinque condanne

Mafia ed estorsioni a Licata, chieste cinque condanne

AGRIGENTO – Continua il processo a carico di Pasquale Antonio Cardella di 64 anni, Giuseppe Galanti di 57 ed Angelo Occhipinti di 61 anni esponenti della criminalità mafiosa di Licata

Durante il processo d’appello il sostituto procuratore generale, Rita Fulantelli, ha chiesto la condanna per cinque imputati accusati di estorsioni con l’aggravante mafiosa. 

In aula sono stati chiesti 16 anni di reclusione per Pasquale Cardella, mentre per Giuseppe Galanti e Angelo Occhipinti è stata chiesta la conferma della sentenza di primo grado che prevedeva una condanna di 6 anni e 6 mesi.  

Secondo il sostituto procuratore generale Fulantelli, Pasquale Cardella era la figura di rifermento di “Cosa Nostra” a Licata. Il collegio dei giudici del tribunale di Agrigento, presieduto da Luisa Turco, lo scorso 2 aprile aveva condannato Pasquale Cardella a 8 anni e quattro mesi per l’accusa di estorsione ai danni dell’imprenditore Francesco Urso, non riconoscendone però l’aggravante mafiosa. 

Nel processo sono coinvolti anche il figlio di Pasquale Cardella, Giuseppe Claudio di 40 anni e il nipote Giuseppe di 35. Per i due, assolti durante il processo in primo grado, sono stati chiesti rispettivamente 12 anni e 12 anni e mezzo di reclusione.