PALERMO – Non solo in Sicilia, ma anche nel resto d’Italia e all’estero. Cosa Nostra negli anni è riuscita ad allargare i suoi orizzonti, sia dal punto di vista territoriale, che di influenza. Non solo traffico di stupefacenti e omicidi, ma anche grande presenza nell’imprenditoria e nella ristorazione.
Conferme che arrivano da un report della Direzione Investigativa Antimafia, che ha analizzato i rapporti della criminalità organizzata siciliana con gli altri Paesi europei e non solo.
Nel Vecchio continente, la maggior influenza si registra in Germania. Un mafia 2.0, attratta della’economia florida del paese, con infiltrazioni nell’imprenditoria. Non solo industrie, ma anche ristoranti e pizzerie, spesso utilizzati come base per lo stoccaggio degli stupefacenti. L’approdo nel territorio tedesco si registra agli inizi degli anni ’80, quando le famiglie del mandamento di Niscemi (Caltanissetta), avrebbero “inviato” alcuni reggenti per tenere stretti i legami con i clan di origine. Presenti, però, anche le famiglie di Enna e Agrigento, anche loro interessate al settore edile, dove si è concentrata l’attenzione della questura di Colonia, da diversi anni impegnata nella lotta alla criminalità organizzata. Numerose, infatti, le operazioni che hanno fatto emergere stretti collegamenti con Cosa Nostra.
Più cruenta la presenza in Belgio, specialmente per quanto riguarda la gestione del traffico di stupefacenti. Nel settembre dello scorso anno, infatti, in un agguato è stato ucciso un uomo proveniente da Porto Empedocle (Agrigento) e un altro è rimasto ferito gravemente. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due, seppur non strettamente legati alla famiglia mafiosa agrigentina, si sarebbero intromessi in un giro di affari legati al commercio di droga tra Belgio, Porto Empedocle e Favara (Agrigento).
Poco più accanto ci sono i Paesi Bassi, gettonati per la loro posizione strategica e la presenza di numerosi porti e aeroporti. Ottima soluzione per l’importazione di stupefacenti da qualunque parte d’Europa e del mondo. Non a caso, lo scorso novembre, l’operazione Rubens ha messo in luce una fitta organizzazione criminale con base operativa a Milano finalizzata al commercio di droga e in cui è stato coinvolto anche un siciliano affiliato alla famiglia Carollo di Palermo.
La stessa operazione ha evidenziato anche i collegamenti con l’Albania, coinvolgendo, per la posizione geografica, anche Puglia e Calabria.
Sempre per posizione strategica, in grado di favorire i collegamenti con il Marocco e la Colombia, è la Spagna. Hashish e cocaina, quindi, sono le “merci pregiate” destinate al mercato europeo e siciliano. Inoltre, anche nella penisola iberica, Cosa Nostra ha messo le mani sul settore immobiliare, del turismo e in quello della produzione di prodotti agricoli ed oleari.
Non tanto lontano dalla Sicilia c’è Malta. Stretti i legami con la famiglia Santapaola-Ercolano di Catania, specie per il commercio di armi e droga. Lo scorso settembre, per esempio, sono stati fermati un pregiudicato e la figlia, pronti a imbarcarsi nascondendo nella propria auto 20 chili di hashish e 30 di marijuana.
Ma, l’influenza di Cosa Nostra va anche oltre oceano. Film di grande spessore hanno spesso raccontato di personaggi legati alla criminalità siciliana negli Stati Uniti. E, in effetti, la struttura verticistica e ramificata nelle città di Philadelphia, Detroit, Chicago, New York e in altre aree danno conferma della forte influenza della malavita anche nel Paese a stelle e strisce. Data la florida economia, l’attenzione della mafia si sofferma senza alcun dubbio all’imprenditoria, alla finanza e al commercio. Ma, non passano in secondo piano l’interesse per il narcotraffico, il contrabbando di sigarette, il gioco d’azzardo e il commercio di armi.
Qualche chilometro più a nord, c’è il Canada. Qui, a fare da padrona è la lotta per l’egemonia territoriale. Più volte sono stati registrati omicidi per prevalere sui clan rivali, come accaduto nei primi mesi del 2016 a un esponente della famiglia Rizzuto (originaria di Cattaolica Eraclea, nell’agrigentino) e di due affiliati. La loro egemonia, principalmente a Montreal e Toronto è minacciata dalla ‘ndrangheta, sempre più interessata al traffico e allo spaccio di stupefacenti.