AGRIGENTO – Al via il processo di secondo grado in merito ai trattamenti disumani nei confronti di alcuni disabili, di cui sono stati pubblicati i video sui social. Questo dramma, a dir poco raccapricciante, risale a gennaio 2021 a Licata.
Il sostituto procuratore generale di Palermo, Carlo Lenzi, ha chiesto la conferma delle quattro condanne stabilite in primo grado dal gup di Agrigento, Francesco Provenzano.
I licatesi su cui grava il reato di tortura sono Antonio Casaccio, di 28 anni (condannato a 9 anni in primo grado), Gianluca Sortino, di 25 anni (7 anni), Jason Lauria, di 27 anni (8 anni) e Angelo Marco Sortino, di 38 anni (7 anni).
Sono tre i soggetti diversamente abili che sarebbero stati sequestrati, maltrattati e umiliati nella loro abitazione o per strada.
Una delle vittime sarebbe stata brutalmente colpita con un bastone, legata con del nastro adesivo e lasciato per strada: sarebbe stato liberato solo nel momento in cui una passante l’ avrebbe avvistata, fermandosi quindi a prestare soccorso.
In altri casi sarebbero stati macchiati con della vernice al volto e con una sostanza che ha provocato la caduta dei capelli, oppure legati a una sedia con un secchio in testa, mentre venivano picchiati.
Tra minacce di morte, calci e pugni, i disabili avrebbero vissuto un vero e proprio incubo, andato avanti per giorni. Esausti delle torture a cui sono stati sottoposti, sarebbero stati proprio loro a ribellarsi, denunciando i trattamenti subìti.
La prima udienza del processo di appello è proseguita con la richiesta dell’avvocato Castronovo, legale di Casaccio che ha chiesto di verificare lo stato di invalidità di una delle vittime.
Un’altra richiesta del legale è relativa alla riqualificazione del reato – da tortura a quello di lesione – affermando che sarebbe infondata l’accusa di sequestro di persona.
Il prossimo appuntamento in aula è stato fissato per il 30 gennaio.