Insulti e minacce di Totò Riina <br> al papa Giovanni Paolo II

Insulti e minacce di Totò Riina
al papa Giovanni Paolo II

OPERA (MI) – Prima l’attacco contro Berlusconi. Poi le verità su Scaglione e le parole di fuoco su padre Pino Puglisi e don Luigi Ciotti. Adesso emergono altre intercettazioni del capomafia Totò Riina. Stavolta il boss, all’interno del carcere di Opera, parla di papa Giovanni Paolo II. Evidentemente gli uomini di Chiesa coraggiosi danno parecchio fastidio al padrino corleonese.

In una conversazione, risalente allo scorso novembre con l’esponente della mafia pugliese Alberto Lorusso, Riina commenta la fresca elezione di papa Bergoglio: “Questo papa è buono, troppo buono. Quello polacco invece era cattivo, proprio, era un carabiniere. Ha esortato a pentirsi. Noi siamo tutta gente educata”.

Il riferimento è all’indimenticato discorso di papa Wojtyla del 9 maggio 1993 ad Agrigento. Il pontefice, con veemenza e fermezza, chiese ai mafiosi di pentirsi e di convertirsi, perché “una volta verrà il giudizio di Dio”.

“E’ venuto ad Agrigento a fare l’antimafia ha detto Riina al suo compagno di carcerazione e avrei dovuto sperimentare un’altra invenzione”. Parole, queste ultime, che si riferiscono a un’altra strage che il boss avrebbe voluto compiere per far tacere il pontefice definito anche “un disgraziato, un prepotente ed uno scellerato”. Ancora una volta appare evidente come gli uomini di Chiesa, dello Stato e della società civile, attraverso prese di posizione nette e decise contro la mafia, si insinuino nelle crepe del pensiero debole mafioso.