A Palermo e Catania scatta l’ora del Taser, l’arma “innocua” che violerebbe i diritti umani: ecco come funziona

A Palermo e Catania scatta l’ora del Taser, l’arma “innocua” che violerebbe i diritti umani: ecco come funziona

PALERMO – È stata definita ufficialmente dal ministro degli Interni Matteo Salvini come “arma di dissuasione non letale ma sono tanti i dubbi riguardo la sua presunta inoffensività.

Stiamo parlando del Taser, la pistola elettrica introdotta anche in Italia dal Ministero dell’Interno e fornita in dotazione a polizia, carabinieri e guardia di finanza di undici città dello stivale (tra cui PalermoCatania) che intende configurarsi come alternativa inoffensiva alle classiche armi da sparo.

Ammirata da molti e disprezzata da tanti, la pistola Taser costituisce da anni un serio punto interrogativo per la sicurezza dell’uomo. In particolare modo negli Stati Uniti, Paese dove è stata utilizzata per la prima volta agli albori del nuovo millennio dalle forze dell’ordine a stelle e strisce.

La “casa madre”, infatti, è la Axon con sede a Scottsdale, in Arizona, e a partire dall’anno 2000 distribuisce alle forze dell’ordine statunitensi il principale strumento per contrastare facinorosi, manifestanti e soggetti poco collaborativi. Tuttavia negli USA, nel corso di questi anni, sono state diverse le critiche in merito agli utilizzi impropri o eccessivi della pistola elettrica nei confronti di gente disarmata o apparentemente innocua. L’uso nelle carceri contro i detenuti è praticamente quotidiano.

Una forte condanna, in tal senso, giunge ormai da un decennio anche da Amnesty International che ha classificato il Taser come uno strumento di tortura. Una posizione sulla quale concordano, dal 2007, anche le Nazioni Unite che da allora sollecitano le forze dell’ordine dei Paesi appartenenti a non ricorrere all’uso dell’elettrochoc. Secondo queste e altre posizioni, infatti, il ricorso alla pistola elettrica violerebbe i diritti umani.

Il problema, fondamentalmente, sono le conseguenze in diversi soggetti dovute alla scarica elettrica ad alto voltaggio di 50mila volt e con un basso amperaggio di 6 milliampere. Una volta esploso il colpo, la vittima viene raggiunta da due elettrodi che la colpiscono stordendola in prenda a un grande dolore per cinque secondi, consentendo così agli operatori di polizia di immobilizzarla.

Tutto finito? Non proprio, perché per molte persone bersagliate dall’arma sarebbero sopraggiunte diverse complicanze. A soffrirne sarebbero state, in particolare, individui con problemi cardiaci, neurologici e respiratori e molte delle morti avvenute nelle carceri statunitensi sarebbero arrivate proprio a seguito dell’uso del Taser. Negli USA, dall’anno dell’introduzione dello strumento, si sarebbero verificati quasi mille decessi. Un numero non indifferente.

In Italia il Taser viene considerata come un’arma propria e per poterla utilizzare è necessario essere in possesso del porto d’armi. Il modello del controverso dissuasore elettrico giunto in Italia è l’X2, prodotto nel 2011 e di colore giallo. Se dovesse raggiungere i risultati sperati dal Viminale, l’arma potrebbe entrare definitivamente a far parte del corredo delle forze dell’ordine.