“Capaci Bis”, procuratore generale Sava: “Le indagini non si fermeranno”

“Capaci Bis”, procuratore generale Sava: “Le indagini non si fermeranno”

CALTANISSETTA – La Giustizia va dritta per la sua strada, non sempre agevole ma spesso ricca di impedimenti e ostacoli di vario genere. A darne prova sono le parole con le quali il procuratore generale Lia Sava ha dato inizio alla requisitoria del processo “Capaci Bis” che si celebra in Corte d’Assise d’Appello a Caltanissetta: “Le indagini per la strage non si fermano“.

Sava ha ricordato che il 26 luglio del 2017  è stata pronunciata la sentenza del Capaci Bis di primo grado e che il 27 maggio 2016 disse che le indagini per individuare altre responsabilità anche esterne a Cosa Nostra sarebbero continuate. Sottolinea il procuratore generale: “La prova è che in questo giudizio di appello abbiamo ascoltato altri collaboratori di giustizia e abbiamo messo a disposizione delle difese acquisizioni sul cosiddetto doppio cantiere ancora in corso di approfondimento. Per fare i processi ci vogliono elementi di prova certi e il nostro impegno è quello di non fermarsi mai“.

Sono cinque gli imputati nel processo accusati, a vario titolo, di aver ricoperto un ruolo, nell’ambito della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovani Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: si tratta dei boss Salvo Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro, Lorenzo Tinnirello e Vittorio Tutino.

I primi quattro in primo grado furono condannati all’ergastolo, Tutino invece fu assolto per non aver commesso il fatto, adesso però la Procura generale tornerà a chiedere la sua condanna. Secondo l’accusa Salvo Madonia fu uno dei mandanti della strage, mentre gli altri avrebbero ricoperto un ruolo esecutivo.

Sava ha infine aggiunto: “Le indagini per individuare eventuali concorrenti esterne continuano e non si fermano“.

Immagine di repertorio