E-commerce di cannabis light: il boom delle vendite del 2020

E-commerce di cannabis light: il boom delle vendite del 2020

Fino a pochi anni fa, ogni volta che si nominava la cannabis light erano poche le persone che sapevano di cosa si trattava. Oggi come oggi, le cose sono ben diverse. Grazie alla Legge 242/2016, la cannabis a basso contenuto di THC è diventata di uso comune.

 

Premettendo il fatto che non si tratta di cannabis terapeutica, ricordiamo che, come previsto dal testo normativo sopra ricordato, si parla di una percentuale di THC compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%. In merito all’ultima soglia, è doveroso fare presente che si tratta di un limite di tolleranza imposto dal legislatore, consapevole del fatto che, per un produttore, è tutto tranne che facile mantenersi entro il primo limite.

 

Dal 2017, per la precisione dal mese di gennaio, il business della cannabis light ha iniziato una corsa che ha visto una forte accelerazione nel 2020. Da quando sono iniziate in Italia le misure restrittive dovute al contenimento dei contagi da SARS-CoV-2, tantissimi e-commerce del settore, realtà che avevano contribuito a una chiusura del 2018 con un giro d’affari di oltre 40 milioni di euro, hanno visto i propri fatturati decollare.

 

I motivi sono da diversi e riguardano tutti un mutamento epocale della società. Innanzitutto, va citata la popolarità del CBD come rimedio contro l’insonnia. E-commerce come Cbdmania.it hanno visto crescere tantissimo le richieste di prodotti che vedono questo cannabinoide, il più importante dopo il THC, come ingrediente principale.

 

Tra questi troviamo senza dubbio l’olio, molto popolare tra chi è alle prime armi con l’utilizzo della cannabis light sia per via della semplicità di utilizzo – in commercio si trovano confezioni dotate di un pratico contagocce – sia per la possibilità di scegliere tra diverse concentrazioni.

 

Forse non tutti sanno che l’olio di CBD è caratterizzato dalla presenza di un vettore, ossia un olio diverso da quello di cannabidiolo. Si può quindi scegliere tra prodotti con una concentrazione del 5% e altri che, invece, superano il 30 (ovviamente più costosi).

 

Al centro di numerose ricerche scientifiche da diversi anni a questa parte, il CBD può rivelarsi utile in caso di problemi di sonno. Attenzione, però: non va in alcun modo visto come una cura di condizioni come la depressione, configurabili come vere e proprie patologie e necessitanti, di riflesso, di un trattamento psicoterapico.

 

Moda a impatto zero

Come sopra accennato, il boom della cannabis light online nel 2020 è da ricondurre a diversi fattori. Uno di questi è la maggior consapevolezza degli effetti delle nostre azioni sull’equilibrio del pianeta. La tendenza in questione, già realtà da diversi anni ma diventata ancor più centrale con lo scoppio dell’emergenza sanitaria, impatta anche la moda. 

 

Non è un caso che, tra gli e-commerce di cannabis, diversi portali abbiano deciso di puntare il radar degli sforzi strategici sulla promozione di capi di abbigliamento realizzati in fibra di canapa. A tal proposito, non bisogna pensare a una novità di quest’anno.

 

Già nel 2019 un grande brand, ossia Levi’s, aveva aperto la strada immettendo sul mercato una collezione di jeans realizzati in canapa cotonizzata. Oggi come oggi, a più di un anno di distanza, diverse aziende di dimensioni sia grandi sia piccole hanno seguito questo filone dando vita a capi che hanno un impatto ambientale molto contenuto. La canapa, infatti, per crescere richiede pochissima acqua e non necessita di pesticidi. 

La sua resistenza ai lavaggi si presta inoltre alla realizzazione di mascherine non usa e getta, presidi sanitari individuali che, con l’emergenza sanitaria, sono diventati obbligatori (con ovvie ripercussioni sui bilanci individuali e familiari quando si acquistano usa e getta).