Circonvallazione di Catania, tra vite spezzate e sogni infranti: la comunità studentesca si attiva per la sicurezza stradale

Circonvallazione di Catania, tra vite spezzate e sogni infranti: la comunità studentesca si attiva per la sicurezza stradale

CATANIA – È estremamente urgente una sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale a Catania, da sempre considerata una questione di primaria importanza.

Sicurezza stradale a Catania: giovani vite spezzate

Alla luce delle pagine di cronaca nera, che riportano un numero sempre crescente di giovani vite spezzate troppo presto, sogni infranti e famiglie distrutte, è grande la voglia di non ripetere “errori” passati e prevenire – in ogni modo – il verificarsi di sinistri mortali.

Basti pensare alle 18enne Chiara Adorno, tragicamente deceduta a seguito dell’ennesimo incidente stradale in una delle strade più trafficate del capoluogo etneo che, proprio per questo, richiede massima attenzione.

Affrontare questa sfida richiede un impegno collettivo da parte della società, delle istituzioni e degli individui. La comunità studentesca è in prima linea in questa direzione.

L’intervento attivo della comunità studentesca

Ai nostri microfoni, Alessandro Spataro, in qualità di studente membro di DieeiConnect e portavoce della comunità studentesca di fronte a un tema tanto delicato, ma altrettanto scottante e, purtroppo, attuale.

L’educazione oltre la prevenzione

Prevenire non basta, ma è sicuramente un ottimo punto di partenza. Occorre, però, una vera e propria educazione stradale, per creare una cultura di responsabilità e consapevolezza.

Dalle scuole ai corsi di guida, è necessario incorporare un approccio educativo che metta in evidenza l’importanza del rispetto delle regole stradali, dell’attenzione al volante e dell’istruzione circa i rischi associati alla guida.

A tal proposito, risponde a queste e molte altre esigenze la lettera inoltrata a rettore e sindaco da Giulio Santovito, intervistato dalla redazione di NewSicilia, affinché la morte di Chiara, così come quella di Danilo anni prima, non rimanga semplicemente una triste notizia da ricordare, ma possa essere il “trampolino di lancio” per effettuare interventi mirati il cui fine ultimo è, senza dubbio, la sicurezza.

La lettera inoltrata al sindaco

In quello sciagurato tratto di strada si verificano con frequenza quasi quotidiana tamponamenti e incidenti di minore gravità e perciò ignorati, ma che oggi risuonano come ulteriori tragedie sfiorate per un soffio del destino“, si legge nella lettera.

Inoltre, “episodi gravi come quelli mestamente ricordati pongono molti interrogativi riguardanti la sicurezza degli attraversamenti pedonali e più in generale la sicurezza degli studenti che ogni giorno percorrono quel tratto di strada per recarsi al campus universitario“.

Circonvallazione di Catania, “pista” a scorrimento veloce?

La Circonvallazione di Catania, infatti, è un tratto di strada molto trafficato – a tutte le ore – poiché di passaggio, e questo conferisce a tale arteria una pericolosità intrinseca.

Per molti, infatti, è “concepita e sicuramente percepita come ‘pista’ a scorrimento veloce, topograficamente collegata alla Cittadella attraverso un unico ed obbligato ingresso pedonale“.

Ma, di fatto, il limite di velocità c’è, ma non viene – spesso – attenzionato e rispettato.

Gli interventi passati, presenti e futuri

In passato, “la pubblica amministrazione competente volle la rimozione del sovrappasso pedonale, capillare fondamentale che collegava in sicurezza la Cittadella universitaria con la prospiciente Circonvallazione, per ragioni che allora potevano avere la loro fondatezza ed indiscutibile legittimità“.

Questo, magari, è stato considerato un “passo falso”, che ha fatto nascere la paura di percorrere anche solo un piccolo tratto di quella strada.

Migliaia di studenti quotidianamente frequentano le lezioni del Polo universitario e attraversano più volte al giorno con il timore di essere travolti e uccisi dai veicoli che sfrecciano ad alta velocità, ben consci che le strisce pedonali, tutt’altro che salvifiche, possono rappresentare una sorte di trabocchetto mortale”, si legge nella lettera.

Nel corso degli anni, tuttavia, “molte iniziative sono state reiteratamente avanzate dalla comunità cittadina e da quella universitaria affinché l’amministrazione locale prendesse atto dell’istanza di ‘sicurezza’ espressa dalla collettività, adottando provvedimenti atti a garantire un attraversamento ‘sicuro’. Iniziative quali: petizioni, comitati, workshop e progetti pratici sono stati proposti e portati avanti, senza tuttavia sortire alcun effetto“.

Approccio olistico: sì, ma come?

È chiaro che, per affrontare in modo efficace la questione della sicurezza stradale, dunque, è essenziale adottare un approccio olistico.

Ciò significa coinvolgere chiunque: governi, organizzazioni, aziende e singoli individui. La collaborazione è la chiave per sviluppare e attuare politiche e iniziative efficaci.

Queste tragedie potevano essere evitate? La domanda ci trova impreparati e attoniti, ma non per questo silenziosi“, si conclude.

Giovani vite da tutelare

Ecco l’urgenza di far sentire la propria voce. Sensibilizziamo, parliamo, agiamo ma non facciamoci cogliere in maniera sprovveduta. La strada c’è: partiamo dalla prevenzione e proseguiamo con un comportamento corretto.

Non lasciamo che giovani vite – con un futuro davanti ricco di aspettative e progetti – si infrangano “sull’asfalto di uno scellerato tratto di strada“.