Il fascino di Sant’Agata

Il fascino di Sant’Agata

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Ci sono storie che fanno fin da subito breccia nel cuore di un popolo, e di generazione in generazione vengono tramandate, romanzate, ampliate, talvolta modificate. Insomma, diventano leggenda. E se quel popolo è la comunità catanese e questa leggenda narra di una giovane, vissuta al tempo dell’impero romano, morta da martire per non aver ceduto alle voglie del governatore della sua provincia in quanto già sposa di Cristo, allora il risultato è la festa di sant’Agata, la terza festa religiosa più partecipata al mondo, che dal 3 al 6 febbraio di ogni anno anima la città di Catania, di cui è patrona (insieme ad un “certo” Euplio, spesso dimenticato dalla comunità cittadina).

La vita e il martirio di sant’Agata sono ben noti anche fuori dal capoluogo etneo, in quanto è una delle martiri più venerate dell’antichità cristiana e tutt’oggi una delle sante più note della Chiesa Cattolica; ma quanto c’è effettivamente di vero nella leggenda?

Questo è ciò di cui gli studenti del liceo classico Nicola Spedalieri di Catania hanno discusso, questo 1 febbraio 2024, con la prof.ssa Cristina Soraci, docente di Storia Romana e di Storia della Sicilia Antica presso l’Università di Catania, che con grande passione e competenza ha accompagnato i presenti in un interessante viaggio tra le fonti storiche riguardanti la vita della santa patrona.

Alla fine, è stato appurato che dell’intera storia della giovane cristiana di nobile famiglia che rifiutò le attenzioni del proconsole romano Quinziano, attirato dalle sue ricchezze e dalla sua bellezza, e che morì per le tremende torture –tra cui il celebre strappo delle mammelle-  inflittegli da questi dopo vari tentativi di corruzione, l’unico dato certo è l’anno: il 251 d.C., quando l’imperatore Decio aveva scatenato cruente persecuzioni contro i cristiani di tutto l’impero. Tutte le altre notizie che ci giungono da martirologi e altri documenti sono di epoca più tarda e, dunque, incerte.

Verità o meno, però, è stata questa leggenda, unita alla fama dei miracoli compiuti, a rendere Agata già poco dopo la morte una santa martire di grande prestigio e quella che più ha fatto breccia nel cuore di Catania. Una Catania in cui da sempre –così come in tutta la Sicilia- erano molto sentiti i culti di grandi figure femminili –si pensi a quello antichissimo di Demetra/Cerere, di cui a Catania doveva esserci un tempio importante, come testimonia Cicerone- infatti, non poteva restare insensibile di fronte alla storia di una donna giovane e bella morta a causa del suo amore per Cristo: una storia con molto più charme, molto più pàthos di quella di Euplio, un uomo che fu martirizzato per aver “solamente” professato la sua fede e aver portato i Vangeli (allora proibiti) davanti al procuratore della città.

L’amore di Catania per Agata, dunque, ha una lunga storia alle spalle che si rinnova ogni anno e non ha fatto eccezione questo 2024, che come sempre ha visto migliaia di cittadini  festeggiare la loro “santuzza”.

Aurelia Biondi IV° A Liceo Classico Statale “Nicola Spedalieri” – Catania

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