Il caso di Aron, il pitbull bruciato vivo a Palermo. L’appello per due petizioni online

Il caso di Aron, il pitbull bruciato vivo a Palermo. L’appello per due petizioni online

PALERMO – Si cerca giustizia per Aron, il pitbull che lo scorso 9 gennaio a Palermo è stato legato ad un palo e bruciato vivo dal suo padrone. Aron da subito era in condizioni gravi ma ha lottato tra la vita e la morte. Purtroppo, però, nella notte è arrivata la notizia che tutti si aspettavano ma che nessuno avrebbe mai voluto leggere. Il suo cuore ha smesso di battere.

Ma gli animalisti vogliono giustizia e hanno lanciato una raccolta firme che ha già trovato l’approvazione di 37mila persone. L’idea è partita da Debora Affatigato, cittadina indignata dal caso del povero cucciolo.

L’appello è diventato virale in pochissimo tempo e nel frattempo è stata lanciata un’altra petizione da parte dell’AssociazioneUniti per salvarli O.D.V.”, che chiede una revisione delle leggi in materia di protezione degli animali.

Il totale delle due petizioni porta quindi le firme a sfiorare le 40mila adesioni in meno di 72 ore dall’ignobile gesto dell’uomo.

Una mobilitazione online straordinaria che dimostra la sensibilità dei cittadini sul tema del maltrattamento degli animali.

L’intervista alla Responsabile Regionale dell’Ufficio Garante Diritti Animali

È intervenuta ai nostri microfoni – prima della comunicazione del decesso – Laura Girgenti, Responsabile Regionale dellUfficio Garante dei Diritti Animali: “Le condizioni in cui era tenuto Aron dall’uomo erano state segnalate giorni prima dai vicini alle Forze dellOrdine. Il pitbull durante le giornate di pioggia era stato lasciato sotto l’acqua legato ad un palo dal proprietario. Una signora lo aveva messo al riparo, il proprietario quando si è accorto di ciò ha preso a botte il cane. I vicini hanno continuato a contattare le Forze dell’Ordine senza avere una risposta esaustiva“.

Non abbiamo avuto nessuna risposta  neanche dal sindaco di Palermo e dall’Amministrazione. Attualmente – continua Girgenti – i polmoni di Aron sono gravemente compromessi così come i reni. La probabilità di sopravvivenza è quasi nulla, ma noi speriamo passa farcela. Chiediamo una legge sui maltrattamenti degli animali più dura“.

Il proprietario di Aron ha dichiarato davanti a tutti noi, di averlo avuto la volontà di ucciderlo. Lo ha descritto come un cane cattivo e vedeva il demonio, quindi meritava di morire, in quel modo, tra le fiamme. Ma non si  registrano comportamenti violenti di Aron. I residenti hanno dichiarato che il cane era di indole docile. Quindi quello che ha dichiarato non corrisponde al vero“, conclude la Responsabile Regionale dell’Ufficio Garante dei Diritti Animali.

Prevista una protesta oggi contro quanto accaduto a Palermo, in via delle Croci, alle ore 14,30 organizzata da Enrico Rizzi a cui le Associazioni hanno aderito.

Le parole della cittadina Affatigato

Nella petizione di 9 gennaio a Palermo un uomo ha deciso di compiere un atto ignobile nei confronti del suo cane“, si legge nella petizione di Debora Affogato.

Lanimale è stato legato e bruciato vivo ad un palo in centro, in via delle Croci, nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria del Monserrato. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta atrocità, ci sono testimoni che hanno visto ciò che accadeva e l’uomo si racconta, sia stato rilasciato. È un vero e proprio atto Criminale. Voltarsi ed ignorare vorrebbe dire restare silenti complici. Vi chiedo di unirvi e di firmare questa petizione in quanto chi ha commesso questa atrocità, sia indirizzato agli organi competenti“.

I commenti dei firmatari

Tra i commenti dei firmatari delle due petizioni, le ragioni di chi ha sottoscritto gli appelli: “Non è possibile tollerare simili atrocità su esseri indifesi come gli animali. Chi fa questo è un mostro pericoloso per tutta la società. Domani potrà fare lo stesso ad altri indifesi, bambini, anziani, donne, insomma a chiunque. Servono pene severe“, scrive Viviana.

Ancora si legge il commento di un’altra firmataria: “La violenza contro gli animali è come quella contro le persone. Gravi punizioni a chi la commette!”.

Le condizioni di Aron

Aron si è spento nella notte. Non ce l’ha fatta. I medici hanno fatto il possibile per evitargli ulteriori sofferenze, ma ogni sforzo è stato vano.

Dopo il folle gesto, ha riportato ustioni su oltre l’80% del corpo e gravi danni agli organi interni. Le sue condizioni sono rimaste sempre critiche e la prognosi è rimasta riservata/infausta.

L’impegno di tutti è stato rivolto alla sopravvivenza del cucciolo e si è lottato in tutti i modi per farlo rimanere in vita. Prima del decesso, Aron è stato affidato a “La Lega Anti Vivisezione“.

In foto Aron