Ai domiciliari ma ospitavano pregiudicati, poi le scuse insolite di 2 fratelli: “Beviamo solo il tè”

Ai domiciliari ma ospitavano pregiudicati, poi le scuse insolite di 2 fratelli: “Beviamo solo il tè”

CATANIA – La Procura Generale della Repubblica di Catania, nell’ambito delle indagini a carico di due gemelli paternesi, Marco e Lorenzo Di Leo, di 32 anni, indagati per “associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, ha chiesto e ottenuto nei loro confronti dalla Corte di Appello di Catania – II Sezione Penale, la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con quella, maggiormente afflittiva, della custodia cautelare in carcere, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Paternò (Catania).

Le indagini

In particolare in più di un’occasione, i carabinieri della compagnia di Paternò, nel corso degli assidui controlli effettuati alle persone sottoposte agli arresti domiciliari, avevano accertato come nell’abitazione dei due indagati, vi fosse la presenza di soggetti pregiudicati, che andavano appunto a trovare i due fratelli, nonostante i divieti imposti.

Durante le attività ispettive, erano stati infatti identificati all’interno dell’appartamenti, individui pregiudicati per rapina e detenzione di sostanze stupefacenti.

Addirittura in una di queste circostanze, Lorenzo Di Leo, alla vista dei militari, si era anche liberato di un borsello contenente 7 dosi di marijuana, subito recuperato dopo essere stato lanciato dalla finestra.

Le giustificazioni “fantasiose”

Noncuranti delle prescrizioni imposte, gli indagati avevano quindi continuato a ricevere pregiudicati, violando in questo modo le misure a cui erano sottoposti.

In occasione dell’ultimo controllo, erano anche state fornite ai militari giustificazioni piuttosto “fantasiose”, come quella di aver ospitato un conoscente per un “tè pomeridiano”

L’attività svolta dai militari dell’Arma è stata compendiata all’autorità giudiziaria che, a fronte delle molteplici violazioni commesse dai due fratelli, ha emesso il provvedimento di aggravamento in argomento.    

I carabinieri di Paternò hanno eseguito la misura associando i due al carcere catanese di Piazza Lanza