Omicidi ad Adrano, in manette quattro esponenti di un clan

Omicidi ad Adrano, in manette quattro esponenti di un clan

ADRANO – In un’operazione coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile di Catania e il Commissariato di P.S. di Adrano hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere. Questa misura riguarda quattro membri dell’associazione mafiosa Santangelo “taccuni”, affiliata alla famiglia mafiosa Santapaola – Ercolano di Catania. Sono accusati di due omicidi efferati del 2008 ad Adrano, con l’aggravante di aver agito nell’ambito delle attività mafiose.

I detenuti sono: Gianni Santangelo (cl.1983), Antonino Bulla (cl.1983), Salvatore Crimi (cl.1986), e Alessio Samperi (cl.1985), già in carcere per altri reati.

L’indagine ha permesso di ricostruire gli omicidi di Francesco Rosano (il 18 gennaio 2008) e Alfio Neri (15 agosto 2008), detto “pasta rattata”. Rosano fu assassinato con 13 colpi di pistola mentre guidava la sua auto, e Neri fu colpito da 6 proiettili mentre fuggiva in scooter. Gli omicidi sono stati interpretati come ritorsioni mafiose, legate a precedenti faide tra i clan.
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Emerse dalle indagini un intreccio di rapporti e vendette all’interno del contesto mafioso. La morte di Rosano fu collegata a una ritorsione per il triplice omicidio di Daniele Crimi, Alfio Finocchiaro e Alfio Rosano avvenuto ad Adrano il 27 luglio del 2006 e per il quale gli esecutori materiali erano stati individuati nei fratelli Antonino e Alfredo Liotta, (noti come trentalire), e Vincenzo Mazzone. L’obiettivo privilegiato era Alfio Rosano, in quanto esponente di spicco dei pipituni, appartenenti al clan Santangelo – taccuni.

Le indagini accertavano, in particolare, l’esistenza di stretti rapporti tra Francesco Rosano, vittima dell’omicidio del 15 gennaio 2008, ed i citati esponenti di vertice del gruppo Liotta – Mazzone responsabili del triplice omicidio avvenuto nel luglio 2006, mentre l’assassinio di Neri si rivelò come un atto di vendetta contro il gruppo di Francesco Coco, leader del clan Scalisi, articolazione adranita del clan mafioso catanese Laudani, al quale la vittima Alfio Neri era strettamente legato pur non essendone affiliato.

A confermare quanto emerso dalle indagini anche le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia adraniti, tra cui Giovanni La Rosa, Vincenzo Rosano, Francesco Rosano, Valerio Rosano, sia in sede di interrogatorio che durante apposite audizioni svoltesi in sede di incidente probatorio.