Sicilia, le iniziative organizzate dalle forze dell’ordine contro la violenza sulle donne

Sicilia, le iniziative organizzate dalle forze dell’ordine contro la violenza sulle donne

SICILIA – In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le forze dell’ordine siciliane si sono date da fare organizzando diverse iniziative sul territorio.

L’iniziativa della Polizia di Stato di Caltanissetta

La Questura di Caltanissetta, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, ha aderito all’iniziativa “Orange the world”, promossa da “UN Women”, ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere, impegnato nella lotta verso ogni forma di discriminazione e violenza contro le donne, illuminando di arancione l’edificio di via Catania.

L’intento è, ancora una volta, quello di accendere i riflettori sul fenomeno della violenza di genere affinché, parlandone, le vittime si sentano meno sole ed acquisiscano la fiducia necessaria per denunciare.

La Polizia di Stato da anni porta avanti la campagna permanente contro la violenza di genere “Questo non è amore” che mira a sviluppare maggior consapevolezza in tutta la cittadinanza e in particolare nelle donne sul pericolo di certi comportamenti che spesso vengono anche tollerati.

Nel 2020 il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha sottoscritto un protocollo d’intesa con “Soroptimist International Italia”, associazione mondiale di donne impegnate in attività professionali e manageriali, per promuovere iniziative didattiche, formative e divulgative nelle materie di interesse comune.

Negli uffici della Questura di Caltanissetta e in quelli del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gela sono state create apposite sale ascolto protetto dedicate alle vittime di violenze, utili per sollecitare le vittime di violenze e abusi a denunciare alle forze dell’ordine o all’autorità giudiziaria quanto subito, al fine di consentire un intervento tempestivo volto a impedire conseguenze drammatiche.

“Orange the world” anche per la Polizia di Stato di Enna

Ha aderito all’iniziativa “Orange the world” anche la Polizia di Stato di Enna. Per l’occasione la sede istituzionale della Questura di Enna alta si è illuminata simbolicamente di arancione, colore scelto quale simbolo di un futuro senza violenza basata sul genere.

Con il camper della Polizia di Stato, allestito per l’occasione, e mettendo a disposizione materiale illustrativo, si sono tenute iniziative tematiche mostrando alla cittadinanza i diversificati progetti intrapresi a tutela delle persone più deboli ed esposte.

Il progetto ha l’obiettivo di diffondere e perseguire una nuova cultura di genere e di aiutare le vittime di violenza a vincere la paura, rompendo isolamento e vergona, affinché il valore di uguaglianza diventi effettivamente autentico e valore di tutti.

In prima linea anche i carabinieri di Palermo

Il comando provinciale carabinieri di Palermo, in occasione della ricorrenza e della campagna di sensibilizzazione internazionale “Orange the world”, ha illuminato di arancione la propria sede e quella dei reparti dove sono stati allestiti i locali di ascolto protetto delle vittime di violenza nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé” in collaborazione con l’organizzazione “Soroptmist International d’Italia”.

All’iniziativa partecipano oltre al rappresentante nazionale della rete antiviolenza, per la provincia di Palermo, con il quale collaborano anche i militari appositamente formati dal comando provinciale che si distinguono anche per particolari capacità empatiche, i rappresentanti della Soroptimist.

Il comando provinciale ha a disposizione cinque stanze di ascolto protetto, per l’audizione delle vittime vulnerabili appartenenti alle cosiddette “fasce deboli”, presenti nella caserma “Giacinto Carini” , nella Stazione Palermo Oreto, nel Reparto Territoriale di Termini Imerese e nelle compagnie di Cefalù e di Monreale.

Carabinieri Palermo violenza sulle donne Orange the world

Le foto dell’iniziativa a Messina

La marcia a Siracusa

Hanno sfidato il vento che spirava forte a Siracusa, questa mattina, i manifestanti: oltre duecento tra uomini, donne e tanti giovani che hanno preso parte al corteo “ControViolenza…Io ci Sono“, accogliendo l’appello della giornalista Mascia Quadarella e di Samanta Ponzio, presidente dell’associazione WonderS@mmy a rompere il silenzio contro la violenza sulle donne, scendendo in piazza coesi, per dire “Basta femminicidi”.

Le due organizzatrici, con il patrocinio di diversi ordini professionali, tra cui in prima linea quello dei Giornalisti di Sicilia e l’adesione di una trentina di associazioni del territorio e i centri antiviolenza della città, avevano avviato questa campagna di sensibilizzazione già diverse settimane fa, prima del fragore mediatico e dell’onda emotiva suscitata dal caso di Giulia Cecchetin.

Il cordone umano, contraddistinto dai colori rosso e arancione, che caratterizzano la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presenti su magliette, nastrini della solidarietà, palloncini e rose artificiali, è partito alle 10 dal Foro Siracusano/Villini, attraversando l’area umbertina, da dove sono stati letti i nomi, le date e i luoghi delle vittime siciliane di femminicidio censite dal 1956 ad oggi e registrate sul sito Femminicidioitalia.info e che sono allo stato attuale ben 83.

Nei cartelli l’invito a non abbassare mai la guardia, a non cedere ai ricatti affettivi, a velocizzare gli interventi in caso di sospette violenze. 

Ognuno deve essere sentinella del disagio e ognuno di noi può fare qualcosa prima che sia troppo tardi”. È stato questo il mantra ripetuto tra le righe.

Al grido “Stop Femminicidi” i partecipanti e le partecipanti hanno alzato in alto le mani, avvolte in guanti di lattice rossi e arancioni, emozionando tutti.

Stop” è stata la scritta formata dalle stesse persone in piazza Duomo, dove ad accogliere i manifestanti c’era Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, che ha lasciato deporre i fiori dentro la Cattedrale accanto alla preziosa teca, che custodisce le scarpette rosse di Santa Lucia, Patrona Siracusana, che si ritiene vittima di femminicidio, al di là delle cause religiose che portarono al suo martirio.

Sono commossa e grata alla mia città, che ha risposto in maniera corale al nostro progetto di sensibilizzazione, che non si limiterà a questo corteo”. Ha commentato la giornalista Mascia Quadarella.

Il nostro obiettivo, ma anche compito e dovere morale in quanto operatori dell’informazione, è quello di tenere i riflettori accesi su questo fenomeno, che ha un trend in crescita davvero preoccupante. Analizzando i numeri, le statistiche, trattando questi dati ho deciso che era il momento di rompere il silenzio in maniera plateale e mettere in atto una controcultura a quella violenta.

Il nostro territorio provinciale, malauguratamente, in termini di vittime di femminicidio ha dato un ‘contributo’ molto doloroso. Ho, però, avuto l’impressione che i femminicidi in tutta Italia, data la loro frequenza, non facessero quasi più notizia. Come se la gente si fosseassuefatta‘, ‘rassegnata‘, ‘arresa‘ alla violenza, e non solo a quella di genere.

D’altronde, purtroppo, viviamo in una società in cui prendono piede e tengono banco aggressività, indifferenza, smanie di possesso, contro queste dobbiamo schierare empatia, solidarietà, condivisione. Con la partecipazione di tanti giovani e tanti uomini al fianco delle donne da Siracusa abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro, quello di voler invertire una rotta che ci sta portando al naufragio“.

‘Ci siamo’ – ha aggiunto Samanta Ponzio – non è uno slogan di circostanza. Noi ci siamo davvero, personalmente, con le nostre associazioni, anche fuoriorario, perché siamo pronte a sostenere chi ha bisogno di aiuto e non ha il coraggio di denunciarlo. Dobbiamo captare quei campanellini d’allarme e aiutare con discrezione anche chi pensa di non aver bisogno di un supporto e intercettare anche le violenze che non si vedono e non demandare solo alle scuole l’educazione dei nostri figli, che si impartisce a casa, con i buoni esempi“.