L’assessore regionale Nuccia Albano è figlia di un boss, lei si difende: “Non posso rinnegare mio padre”

L’assessore regionale Nuccia Albano è figlia di un boss, lei si difende: “Non posso rinnegare mio padre”

PALERMO –Non posso rinnegare mio padre, ho scelto questa professione per la legalità“, ha dichiarato Nuccia Albano, assessore siciliana alla Famiglia, rispondendo alla giornalista Claudia di Pasquale di “Report“. L’intervista ha avuto luogo a margine di un incontro in istituto scolastico, con l’intento di fare luce sul legame della donna con il padre Domenico Albano, noto capomafia di Borgetto (Palermo).

A microfoni di “Report”, Nuccia Albano ha confermato di essere la figlia del boss palermitano, mettendo in chiaro però la sua estraneità rispetto alla malavita del padre. “Ero solo una bambina, di questi atti ne sono venuta a conoscenza da grande, non rinnego la storia di mio padre e non ho avuto nessuna refluenza, né io né la mia famiglia“, ha aggiunto l’assessore.

Cosa si sa sul padre, Domenico Albano

Secondo quanto emerso dalle indagini, Domenico Albano si era impegnato a proteggere Salvatore Giuliano, ricercato per la strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio 1947. In quell’occasione la banda capeggiata da Giuliano sparò contro un gruppo di lavoratori intenti a festeggiare il Primo maggio. Quel giorno furono uccise 11 persone e ne furono ferite 30.

Chi è l’assessore Nuccia Albano

Nata nel 1950, Nuccia Albano si è laureata in Medicina nel 1977: è stata il primo medico legale donna della Sicilia. A partire dal 1981 ha lavorato all’Istituto di Medicina Legale e delle assicurazioni del Policlinico Universitario di Palermo e dal 1989 è diventata dirigente di primo livello.

Durante la sua carriera ha eseguito diverse autopsie sulle vittime della mafia a Palermo, tra cui quella del magistrato Giovanni Falcone e dell’imprenditore Libero Grassi. Lo scorso 15 novembre è entrata in giunta regionale, come membro della Democrazia cristiana. Al momento ricopre il ruolo di assessore alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro.

Le reazioni della politica

Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ma da chi è chiamato a rappresentare la Sicilia non possiamo accettare zone d’ombra“. Si è espresso così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, in relazione alle verità emerse sulla parentela dell’assessore Albano.

Se umanamente possiamo capire – continua Barbagallo – i sentimenti di una figlia non possiamo, però, accettare parole ambigue da parte dell’assessora. Riteniamo moralmente grave quanto avvenuto e auspichiamo un intervento rapido del presidente Schifani affinché rimuova l’Albano. Non può esserci spazio in nessuna giunta di qualsiasi colore per chi non censura e si dissocia dalla storia più nera è orribile della Sicilia“, conclude il deputato democratico Anthony Barbagallo, segretario regionale siciliano e componente ufficio di presidenza della commissione Antimafia.

Cateno De Luca: “Il silenzio è inaccettabile

Interviene nella questione anche Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord: “È con grande preoccupazione che apprendiamo la notizia resa nota dal presidente di Sud chiama Nord, Ismaele La Vardera, riguardo all’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano. Emerge solo in queste ore che è figlia del boss mafioso di Borgetto, Domenico Albano, condannato per associazione mafiosa e scomparso anni fa. Ancor più sconcertante è il fatto che l’assessore Albano sia stata indicata in giunta regionale da Totò Cuffaro, anch’egli condannato per mafia“.

Chiediamo all’onorevole Nuccia Albano di chiarire la sua posizione rispetto alla mafia e, soprattutto, rispetto a suo padre. Il silenzio in questo caso è inaccettabile. Non possiamo ignorare i contorni opachi di questa vicenda, soprattutto quando coinvolgono la sfera politica. E non possiamo accettare che intervistata dai giornalisti di Report risponda che ‘non rinnega la storia di suo padre’. E no, cara assessora, lei ha il dovere di rinnegare la storia mafiosa di suo padre. Lei ha il dovere di dire che la mafia le fa schifo e i mafiosi le fanno schifo“.

Non possiamo neanche accettare la nota nella quale la Albano si trincera dietro l’amore di una figlia per un padre che non si discute, ma che certamente non può giustificare la mancata condanna alla mafia da parte di chi rappresenta le istituzioni. Ci aspettiamo adesso che l’assessora Albano abbia il buonsenso di fare un passo indietro, rassegnare le dimissioni e condannare apertamente la mafia“.

Ismaele La Vardera, vice presidente della commissione antimafia, merita il nostro plauso per avere sollevato questa questione di importanza pubblica. La storia della Sicilia merita di essere libera da ombre e segreti. A noi la mafia fa schifo e il presidente della regione Schifani dovrebbe spiegare come faceva a non sapere. Infine non possiamo non esprimere il nostro disappunto per la costante e ingombrante presenza di Cuffaro che continua ad avere un ruolo nelle scelte politiche del Governo“.

M5S: “L’assessore prenda nettamente le distanze dalla storia del padre o si dimetta“.

Sulla ferma condanna alla mafia non ci possono essere equivoci, l’assessore Albano prenda nettamente e senza indugio le distanze dalla storia del padre, che è una storia mafiosa. E la mafia, che è una montagna di merda, va condannata sempre senza se e senza ma, specie da un importante componente delle istituzioni regionali che devono dare esempio di integrità morale“. Lo affermano Nuccio Di Paola, referente regionale del M5S, e Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars.

È chiaro – dicono gli esponenti del Movimento 5 stelle – che le colpe dei padri non possono e non devono ricadere sui figli, ma sul contrasto netto alla mafia non ci può essere il benché minimo fraintendimento. Ci sembra pertanto gravissima la frase pronunciata dall’assessore, magari a caldo: ‘Non prendo le distanze dalla storia di mio padre’, frase che va rinnegata fortemente e senza indugi, altrimenti l’assessore si dimetta“.