“Finis terrae”, al Liceo “Cutelli e Salanitro” il primo spettacolo dell’Off del Catania Off Fringe Festival ha commosso tutti

“Finis terrae”, al Liceo “Cutelli e Salanitro” il primo spettacolo dell’Off del Catania Off Fringe Festival ha commosso tutti

CATANIA – La Frangia è arrivata al Liceo Ginnasio “Mario Cutelli e Carmelo Salanitro”. Con lo spettacolo “Finis terrae” ha preso inizio l’Off del Catania Off Fringe Festival 2023, un’anteprima delle iniziative della rassegna che quest’anno ha coinvolto le scuole quale trait d’union con il territorio. L’iniziativa, di cui l’importante liceo catanese è partner ufficiale, è un evento di grande rilevanza che renderà viva la città di Catania, in un turbinio di cultura e bellezza, creando una rete di eventi che trasformeranno la città in un grande laboratorio multidisciplinare di arti performative.

La Dirigente Scolastica, prof.ssa Elisa Colella, ha fortemente voluto l’iniziativa, consapevole dell’impulso che l’arte rappresenta per Catania e confermando l’impegno che contraddistingue il “Cutelli – Salanitro”: “Siamo una scuola aperta al territorio e alle collaborazioni con tutte le Istituzioni che in esso operano per il comune obiettivo di una solida formazione identitaria, civica e sociale dei nostri giovani”. Non è, inoltre, un caso che ad accogliere gli attori e il pubblico sia stata la nuova Arena dell’Istituto, uno spazio ultimato da poco, inaugurato per l’occasione, e dedicato al cinema e al teatro, una risorsa per il Liceo e un’opportunità per la città.

Alla rappresentazione hanno partecipato studenti, docenti, personale della scuola e non, che hanno seguito con attenzione la delicata messa in scena dell’opera Finis Terrae, spettacolo ispirato alla memoria di Walter Benjamin e dedicato all’incomprensibile abuso perpetrato contro gli ebrei, del quale gli intellettuali hanno avuto da subito una lucida e tragica visione.

Dopo i saluti di rito, la Dirigente ha dato il benvenuto ai presenti e invitato al microfono il regista Elio Gimbo e l’organizzatore e tutor di uno dei progetti per l’acquisizione di competenze (PCTO), Domenico Simone. É stato, quindi, il momento di dare spazio alle attrici che hanno subito calato gli spettatori nel clima della pièce con una citazione del filosofo Walter Benjamin ”è più difficile onorare la memoria dei senza nome che non quella delle personalità celebri. La costruzione storica è consacrata alla memoria di coloro che non hanno un nome”.

La parola alla Preside e ai suoi ospiti

L’opera è quasi un momento di metateatro, di teatro nel teatro, il tentativo di far rivivere allo spettatore la difficolta e l’angoscia di chi vuole trasformare sulla scena la concretezza di quell’esperienza fisica, spirituale, umana che fu la Shoah e cerca di trasmettere la sofferenza del corpo e il tormento dello spirito. Le attrici, Sabrina Tellico e Maria Stella Anile (Kokken), hanno portato in scena quello che si vede e quello che non si vede, il corpo straziato e lo spirito fiaccato ma non sconfitto. Lo spirito di quegli uomini “senza nome”, dei tanti uomini senza nome, che in un ultimo lucido e tragico istante della loro esistenza hanno scelto consapevolmente di affermare la propria libertà, contro il persecutore, nell’unico violento modo possibile.

Gli studenti non hanno solo assistito alla performance artistica: anche grazie alla guida della referente prof.ssa Loredana Pitino, sono stati coinvolti attivamente attraverso due progetti per l’acquisizione di competenze (PCTO): Studente in Giuria, che mira a formare dei giovani critici e un’apposita giuria che, a fine Festival e dopo avere visionato gli spettacoli in programma, assegnerà il premio della propria sezione, e Adotta un Teatro, che avvicina gli studenti ad una realtà teatrale cittadina nuova e dinamica: il CUT teatro dell’Università di Catania.

Le foto dell’evento