Colpi di mitra contro un peschereccio siciliano in acque libiche

Colpi di mitra contro un peschereccio siciliano in acque libiche

SIRACUSA – Un’unità veloce straniera destinata a servizi di vigilanza, di polizia costiera e di salvataggio, ha aperto il fuoco contro un’imbarcazione adibita a pesca. La vicenda ha avuto luogo nelle acque marine che circondano la Sicilia.

Colpi di mitra contro un peschereccio

A fare maggiore chiarezza è intervenuto il presidente della Federazione armatori siciliani, Fabio Micalizzi, comunicando che il peschereccio Orizzonte, appartenente alla marineria di Siracusa, è stato attaccato in acque internazionali da una motovedetta libica, la quale ha aperto il fuoco sparando numerosi colpi di mitra.

Micalizzi ha sottolineato che, fortunatamente, l’equipaggio e il comandante del peschereccio sono riusciti a mettersi in salvo, nonostante l’imbarcazione sia, a seguito di quanto accaduto, ingovernabile.

Intervento di salvataggio e accuse contestate

La situazione richiede un intervento immediato e adeguato per salvare il peschereccio e garantire la sicurezza di tutto il personale di bordo. Una nave militare italiana è da poco giunta sul luogo dell’incidente per fornire quel mix di aiuti e ricostruzioni dei fatti utili a delineare i contorni della vicenda.

L’accusa emersa farebbe leva sul fatto che la barca attaccata avrebbe iniziato l’attività di pesca all’interno della zona marittima controllata dalle autorità libiche. Mobilitata anche l’ambasciata d’Italia a Tripoli insieme alla presidenza del governo operante nella capitale dello stato nordafricano.

Le parole del segretario regionale Uila Pesca Sicilia, Nino Pensabene

Non si è astenuto in merito alla questione anche il segretario regionale Uila Pesca Sicilia, Antonino Pensabene: “Lo Stato tuteli i nostri lavoratori del mare e faccia rispettare il diritto internazionale. È intollerabile dover constatare come i pescatori siciliani, oltre ad affrontare i rischi propri di un mestiere che è tra i più pericolosi al mondo, siano costretti a convivere costantemente con il timore di assalti da motovedette straniere in acque internazionali. Lo Stato protegga i lavoratori del mare, nulla e nessuno può giustificare le ripetute minacce alla loro incolumità“.

Appena un anno fa – prosegue Pensabeneavevamo lanciato un appello alle istituzioni dopo un episodio simile avvenuto ai danni del peschereccio catanese Salvatore Mercurio‘. Ribadiamo adesso la necessità di un intervento del Governo nazionale per garantire nel Mediterraneo sicurezza ai nostri equipaggi e imporre il rispetto dei più elementari principi di diritto internazionale. Sicurezza e dignità del lavoro e delle persone: questa, per UilaPesca e Uil, è la battaglia della vita. Si muova anche la Regione. Noi aspettiamo – conclude – sempre che l’assessore Luca Sammartino risponda alla nostra richiesta di convocazione delle organizzazioni sindacali per affrontare emergenze e criticità del settore“.

Foto di repertorio