Revocato il sequestro per uno dei covi di Messina Denaro a Campobello di Mazara

Revocato il sequestro per uno dei covi di Messina Denaro a Campobello di Mazara

CAMPOBELLO DI MAZARA – È stato revocato il sequestro di una delle possibili dimore di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, dove si ritiene che il boss abbia vissuto come latitante fino all’inizio di giugno dello scorso anno, prima di trasferirsi in un’altra abitazione a vicolo San Vito.

Dissequestrato uno dei covi di Matteo Messina Denaro

L’immobile, situato in via San Giovanni 260 a circa 300 metri dal secondo appartamento, è stato restituito ai legittimi proprietari, una coppia che risiede da molti anni in Svizzera e non risulta mai essere stata coinvolta in indagini penali.

La rimozione dei sigilli è stata autorizzata dalla Procura, in particolare dall’aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Pierangelo Padova, che coordinano l’inchiesta sulla latitanza del boss.

La richiesta di revoca dei sigilli è stata avanzata dall’avvocato della famiglia, Mariella Gulotta.

L’abitazione era stata sequestrata dalla polizia il 19 gennaio, tre giorni dopo l’arresto di Messina Denaro, avvenuto dopo trent’anni di latitanza presso la clinica La Maddalena a Palermo. Al momento del sequestro, l’abitazione era stata trovata completamente vuota.

Successivamente si è scoperto che il trasloco verso l’abitazione di vicolo San Vito era stato effettuato proprio da lì all’inizio di giugno dell’anno precedente. In quest’ultima dimora, i carabinieri del ROS hanno scoperto materiale di grande importanza che ha portato a diversi arresti.

Successivamente, accanto all’abitazione e non lontano da quella di Giovanni Luppino, che aveva accompagnato il boss alla clinica per la chemioterapia quella mattina, è stata trovata la Giulietta nera utilizzata da Messina Denaro, soprannominata “Margot” nei suoi appunti.

Tutto in regola con i pagamenti dell’immobile

I proprietari della casa di via San Giovanni non sono mai stati indagati e sono stati ascoltati in Svizzera come persone informate sui fatti poco dopo la scoperta del nascondiglio.

Attraverso il loro avvocato, hanno fornito tutta la documentazione relativa all’affitto dell’immobile, compreso un contratto di locazione stipulato nel 2007 con il geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la propria identità al latitante per consentirgli di ricevere cure mediche. Non è chiaro da quando esattamente Messina Denaro abbia iniziato a vivere in quella abitazione.

Dalle indagini è emerso che, come spesso accade tra gli emigrati, i proprietari avevano delegato la gestione dell’affitto a parenti presenti a Campobello e quindi non avevano contatti diretti con gli inquilini.

Sono state presentate tutte le ricevute di pagamento dell’affitto e documenti che attestano il pagamento delle relative tasse, confermando la regolarità del contratto di locazione.

Inoltre, circa due anni fa, la coppia ha deciso di mettere in vendita la casa e ha inviato una raccomandata ad Andrea Bonafede per informarlo che doveva liberare l’immobile. Tuttavia, la raccomandata è tornata indietro in Svizzera poiché il destinatario risultava sconosciuto.

Il dissequestro dell’immobile, che consentirà di riprendere il processo di vendita, è stato possibile grazie al completamento degli accertamenti scientifici condotti dalla polizia all’interno della proprietà, incluso l’uso di un georadar.

Donato il premio della cattura di Messina Denaro ai bambini malati di tumore

Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, i carabinieri della sezione “Crimor” del ROS sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e hanno ricevuto un modesto premio in denaro, considerando l’importanza dell’operazione.

I militari hanno ora deciso di utilizzare tale premio per effettuare una donazione all’unità operativa di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civico.

I carabinieri hanno donato alla struttura sanitaria due letti destinati al reparto di Terapia Intensiva, dedicato ai piccoli pazienti affetti da tumore.

I bambini hanno accolto con entusiasmo la presenza degli uomini in divisa, e è stata posta una targa commemorativa nel reparto diretto da Paolo D’Angelo. All’evento ha partecipato anche il senatore Raoul Russo, membro della commissione Sanità.

L’iniziativa è stata promossa direttamente dai carabinieri, che hanno voluto restituire alla comunità, in particolare a coloro che ne hanno maggiormente bisogno, i circa 10mila euro ricevuti come ricompensa.

Questi fondi avrebbero potuto essere utilizzati per spese personali o per l’acquisto di beni per sé stessi, ma i militari hanno scelto di compiere un gesto carico di speranza.

Nonostante le difficoltà, durante questi anni non hanno mai perso la speranza di raggiungere l’obiettivo di catturare Messina Denaro.

Foto di repertorio