Ponte sullo Stretto, arriva il via libera del Senato: il decreto è legge

Ponte sullo Stretto, arriva il via libera del Senato: il decreto è legge

SICILIA – Il decreto sul ponte sullo Stretto di Messina è stato ufficialmente convertito in legge dopo aver ricevuto l’approvazione anche del Senato. Si contano 103 voti favorevoli, 49 contrari e 3 astenuti. Particolarmente gradito l’esito della votazione, a cui ha assistito anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Una volta resi noti i risultati, infatti, è partito un applauso dagli esponenti del centrodestra. Il provvedimento, già approvato alla Camera il 16 maggio scorso, chiarisce diversi aspetti riguardanti la società Stretto di Messina Spa e dà il via alle attività di pianificazione e progettazione.

Ponte sullo Stretto, arriva l’ok dalle commissioni della Camera: costo complessivo 13,5 miliardi di euro

Nelle scorse settimane il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi, ha annunciato che il costo del Ponte sullo Stretto di Messina sarà di 13,5 miliardi di euro. Questa dichiarazione è stata fatta durante un intervento davanti alle commissioni riunite Trasporti e Ambiente della Camera, che hanno dato il mandato ai relatori di presentare il progetto in Aula riguardo al decreto del Ponte.

Aumento del costo

Rixi ha sottolineato che il costo dell’opera è aumentato da 8,5 miliardi di euro nel 2011 a 13 miliardi di euro. “Di questi 8,5 miliardi, quelli di cui stiamo parlando sull’aggiornamento prezzi sono i 6,7 miliardi che riguardano il contratto col contraente generale“, ha detto.

Il sottosegretario ha evidenziato che alcuni materiali sono aumentati di prezzo anche oltre il 40%. Pertanto, è stato necessario definire criteri oggettivi per misurare i costi e evitare eventuali extraprofitti per l’azienda che ha vinto l’appalto nel 2012.

Due modifiche al testo

Al fine di chiarire alcuni punti, sono state apportate due modifiche al testo. Innanzitutto, è stato specificato che il limite massimo di spesa è di 13,5 miliardi di euro, come stabilito nel Def (Documento di economia e finanza). Questo significa che l’intero progetto rientra entro questo limite di spesa.

In secondo luogo, sono stati introdotti criteri oggettivi per misurare i costi dei materiali, tenendo conto dell’aumento dei prezzi. L’obiettivo di queste modifiche è evitare che si verifichino extraprofitti per l’azienda appaltatrice, garantendo che l’opera venga realizzata entro tempi e costi congrui.

Gli obiettivi

Il sottosegretario ha sottolineato che questo approccio, sviluppato in collaborazione con la Ragioneria generale dello Stato e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, mira a dissipare dubbi sul valore complessivo e l’aumento dei costi del progetto.

L’obiettivo è proteggere gli interessi dello Stato, assicurando che l’opera sia realizzata in modo adeguato sia in termini di tempistiche che di spese. “Penso che il metodo scelto con Ragioneria e Mef sia tutelante”, ha concluso.

Foto di repertorio