VIOLENZA E STIPENDI FARAONICI: COME È CAMBIATO IL CALCIO?

VIOLENZA E STIPENDI FARAONICI: COME È CAMBIATO IL CALCIO?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Da occasione di incontro e condivisione a motivo di diverbi e violenza, il calcio sembra essersi mutato nell’ennesimo momento di divisione tra le persone. Uno sport che dovrebbe trasmettere valori importanti come il rispetto per sé stessi e per gli altri, sta invece contribuendo all’allontanamento dei giovani da questo mondo.

Molti di noi, da bambini, hanno iniziato a dare i primi calci ad un pallone, imitando i campioni della propria squadra del cuore, le cosiddette “bandiere”. Nel calcio odierno risulta ormai difficile attribuire questo termine a qualche calciatore, anzi, è più facile sentir parlare di frequenti trasferimenti da una squadra all’altra. Bisogna ammettere che i calciatori sono prima di tutto professionisti ed è normale che facciano le scelte più proficue per la loro carriera; tuttavia, è doveroso evidenziare come negli ultimi anni alcune società sportive abbiano speso ingenti somme per l’acquisto di top player, oltrepassando in alcuni casi i parametri previsti dal fair-play finanziario, ad esempio il trasferimento di Neymar dal Barcellona al Paris Saint Germain nel 2017. Di fronte ad eventi come questo, è inevitabile ricordare il calcio del passato, dove era più importante la maglia indossata che lo stipendio percepito, dove il rispetto per compagni e tifosi era alla base degli insegnamenti appresi da un giovane calciatore. Adesso, per accaparrarsi un giocatore, i Presidenti delle squadre interessate si sfidano ad offrire lo stipendio più alto, scatenando le reazioni di tutti gli appassionati di questo sport. Un giovane talento che firma un contratto così importante dovrà immediatamente soddisfare le aspettative, altrimenti, come abbiamo visto numerose volte, rischia di bruciare la propria carriera. 

Un altro preoccupante problema emerso soprattutto negli ultimi anni è la violenza ben radicata dentro e fuori dal campo di gioco. Non è raro vedere scontri tra due tifoserie durante una partita di calcio. A volte non ci sono gravi conseguenze, ma nella maggior parte dei casi questi conflitti causano feriti e, ancora peggio, morti. Inoltre, gli stadi sono diventati, purtroppo, teatri di episodi di razzismo, che hanno spinto alcuni calciatori ad abbandonare il terreno di gioco.  A questo punto, la domanda fondamentale è la seguente: perché uno sport che da sempre ha unito popoli, culture e tradizioni adesso riesce a dividere così nettamente le persone? La risposta è semplice: il primo valore, il rispetto, è stato sostituito con l’interesse economico e l’individualismo. 

Il calcio dovrebbe tornare ad essere ciò per cui è stato creato, un’occasione di libertà, pace, emozione, impegno e collaborazione. 

Luca Fiore-Liceo Classico Nicola Spedalieri 3B