Palermo, spacciatore lavorava in “smart working”: arrestato un 25enne

Palermo, spacciatore lavorava in “smart working”: arrestato un 25enne

PALERMO – I carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo hanno arrestato un 25enne del posto, noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, nel corso di un abituale controllo nell’abitazione dell’uomo, già sottoposto agli arresti domiciliari per vicende simili, hanno notato all’interno di un barattolo un involucro contenente più di 100 grammi di hashish, suddivisi in un panetto di quasi 50 grammi e la restante parte frazionata in 46 dosi destinate alla vendita al dettaglio.

La perquisizione ha consentito anche di rinvenire un bilancino di precisione e la somma di oltre 300 euro, in banconote di piccolo taglio, ritenuta provento dell’attività illecita. L’arresto del 25enne è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo che ha ripristinato la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del nuovo processo.

La droga ritrovata è stata sequestrata e sarà campionata ed analizzata dal Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando provinciale di Palermo per le rituali verifiche qualitative e ponderali. È obbligo rilevare che l’indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto, pur gravemente, e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

 

 

 

Due fratelli palermitani gestivano il narcotraffico con la Calabria

Ventuno soggetti sono rimasti coinvolti in una operazione, denominata “Cagnolino“, dei Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo che hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Per le ventuno persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti tramite una strutturata rete operante tra la Calabria e la Sicilia.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – G.I.C.O., hanno riguardato un gruppo criminale, con base operativa nel capoluogo siciliano, che sarebbe stato diretto da due fratelli palermitani, figli di uno storico esponente del mandamento mafioso di Villagrazia/Santa Maria di Gesù. Gli stessi sarebbero stati in affari da anni con una famiglia calabrese, coinvolta nella gestione del narcotraffico nella provincia di Reggio Calabria e legata da vincoli di parentela con esponenti di spicco della ‘ndrina di San Luca, che avrebbe garantito il sistematico approvvigionamento di grossi quantitativi di stupefacenti.

L’attività investigativa avrebbe, infatti, consentito di ricostruire accordi per la fornitura di almeno 10 chilogrammi di cocaina al mese, destinata al mercato palermitano, che avrebbe generato per l’organizzazione un giro d’affari illecito stimabile in circa dieci milioni di euro all’anno. La sostanza stupefacente, stoccata in depositi dislocati in provincia di Reggio Calabria, veniva trasportata su gomma lungo la tratta Reggio Calabria-Messina-Palermo, abilmente occultata con diversi carichi di copertura o all’interno di sofisticati doppi fondi creati nelle autovetture dei corrieri, accessibili mediante aperture elettro-meccaniche.