Crisi agricola, Aasse chiede incontro al ministro e all’assessore regionale Agricoltura

Crisi agricola, Aasse chiede incontro al ministro e all’assessore regionale Agricoltura

VITTORIA – L’Associazione agroalimentare Sicilia Sud est chiederà un incontro con il ministro Francesco Lollobrigida e con l’assessore Luca Sammartino per riprendere il dialogo sui problemi legati al comparto agricolo.  

“Spero che guardino la nostra realtà agricola spesso abbandonata – dice Cilio – anche dalla parte delle aziende che danno lavoro e che per tutti i  fattori di crisi che conosciamo sono costrette a chiudere e a cambiare mestiere“. 

L’intervento del presidente Aasse nasce da alcune notizie apparse su alcuni social di caratura nazionale che hanno affrontato con la solita retorica e luoghi comuni l’atavico problema dello sfruttamento dei lavoratori stagionali.

Che esiste sempre ma in misura ridotta rispetto a prima puntualizza il presidente Cilio. Grazie a una legge che interviene duramente nei confronti di alcuni datori di lavoro spregiudicati e ai massicci controlli dalle forze dell’ordine che hanno consentito di individuare e reprimere ogni forma di sfruttamento. Tuttavia, a difesa di un comparto in forte sofferenza, devo dire che le illegalità e il mancato rispetto delle regole in materia di  lavoro non albergano solo nell’agricoltura della fascia trasformata ragusana, ma anche nel commercio, nell’artigianato, negli studi professionali e persino nel  mondo editoriale e dell’informazione“.


In foto il presidente di Aasse Giuseppe Cilio

Le battaglie personali che il presidente di Aasse Cilio ha combattuto da quando ha fondato l’associazione, sono state  il caro carburante, gli scioperi selvaggi degli  autotrasportatori e la carenza di manodopera locale, extracomunitaria e comunitaria. 

Leggo notizie, anzi approfondimenti sulla storia passata e attuale della agricoltura iblea; reportage che continuano a spalmare fango a pioggia sul comparto agricolo, fango anche verso quelle aziende virtuose che lavorano  rispettando le regole e garantendo tutti i diritti umani ed economici ai lavoratori.

Si cominci a rivedere il contratto collettivo di lavoro affinché si basi sull’evoluzioni  avvenute in agricoltura negli ultimi 10 anni. Non abbiamo più un’agricoltura stagionale che comincia a novembre e finisce a maggio. Siamo in presenza di un’agricoltura  intensiva che produce ricchezza 12 mesi e che ha bisogno di molta manodopera specializzata. Che non troviamo  neanche se paghiamo 1.200 euro al mese al netto della  Naspi.

Ecco, al nuovo ministro e al nuovo assessore  regionale chiederemo un incontro per affrontare queste tematiche, pronti anche autocritica se serve. Come ho già  detto, l’agricoltura è intensiva, dinamica e richiede manodopera sia intellettuale che manovale con contratti di lavoro che  rispecchino la realtà per il bene del bracciante agricolo, che con la busta paga a tempo determinato che si ritrova non ha  accesso nemmeno a un finanziamento per comprare un  telefonino; ma anche a difesa del datore di lavoro che  investe denaro e rischia di finire sul lastrico. Su questo punto le associazioni di categoria dovrebbero entrare nel merito della discussione” conclude il presidente.