La guerra tra clan in un locale del porto di Catania, 5 arresti: dai nomi al cantante neomelodico – VIDEO

La guerra tra clan in un locale del porto di Catania, 5 arresti: dai nomi al cantante neomelodico – VIDEO

CATANIA – Nelle prime ore della giornata odierna, la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha delegato alla Polizia di Stato l’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa in data 3 agosto 2022, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale, nei confronti di 5 persone in quanto gravemente indiziate, con differenti profili di responsabilità, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, dei reati di rissa e lesioni personali, aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto in luogo pubblico di più armi comuni da sparo nonché di maltrattamenti in famiglia e danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede.

Chi sono gli arrestati di oggi a Catania

I destinatari della misura cautelare sono i catanesi:

  • Sebastiano Miano, 28 anni;
  • Giuseppe Santo Patanè, 26 anni;
  • Salvatore Danilo Napoli, 20 anni;
  • Gabriele Gagliano, 19 anni;
  • Gaetano Salici, 19 anni.

Le indagini

Il provvedimento restrittivo del massimo rigore è stato emesso all’esito di indagini – sia di tipo tradizionale che tecnico – coordinate da questa Procura e svolte dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro la persona, sessuali e in danno di minori, in occasione dei gravi fatti accaduti nel capoluogo la notte del 21 aprile 2022, allorché, nei pressi di un locale notturno, ubicato nel centro cittadino, si ebbe a registrare una violentissima rissa con il coinvolgimento di numerose persone, poi degenerata in una sparatoria avvenuta sulla pubblica via, tra le trafficate corsie, a doppio senso di circolazione, di una importante arteria cittadina.

Già dai primissimi atti di accertamento, gli investigatori sono riusciti a stabilire che, nell’occasione, vi erano stati almeno due feriti, raggiunti da colpi di arma da fuoco: un maggiorenne e un minorenne. Attraverso i rilievi e le repertazioni di Polizia Scientifica è stato altresì possibile verificare, sulla base del rinvenimento dei bossoli trovati nelle adiacenze del luogo dell’azione delittuosa, come fossero state impiegate, da taluni dei corrissanti, almeno 2 pistole: una di calibro 7,65 e l’altra calibro 40.

La disamina delle immagini raccolte dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona interessata dal violento confronto tra due contrapposte fazioni, consentiva, inoltre, di acclarare che alcuni dei colpi d’arma da fuoco sarebbero stati esplosi da Patanè ed avrebbero attinto Salici.

La prosecuzione degli approfondimenti investigativi – supportata da attività di tipo tecnico nonché dall’attento vaglio e comparazione delle dichiarazioni testimoniali raccolte – conduceva alla generale ricostruzione dei fatti oggetto d’indagine che traevano scaturigine da una precedente frizione avvenuta la notte tra il 16 e il 17 aprile 2022, all’interno del locale notturno cui si è accennato, allorquando alcuni giovani, da ritenersi vicini al clan Mazzei, avrebbero impedito ad un noto cantante neo-melodico catanese di esibirsi insieme ad un trapper che, per rendere più interessante lo spettacolo, ne aveva richiesto la presenza sul palco.

Nella concitazione, il citato cantante neomelodico avrebbe pure spinto la fidanzata di uno dei
ragazzi contigui ai Carcagnusi.

Tale frizione avrebbe avuto poi, nella notte del 21 aprile, il grave epilogo già evidenziato, finito con colpi di arma da fuoco esplosi sulla pubblica via e con il ferimento di due individui. In quest’ultima occasione, un gruppo di giovani, raccolti attorno alla figura di Sebastiano Miano e appartenenti ad una frangia avversa (da ritenersi contigua al clan dei Cappello-Bonaccorsi), attuavano una sorta di controffensiva ai danni della fazione che aveva impedito, la settimana precedente, l’esibizione canora cui si è fatto riferimento. Ne scaturiva, pertanto, un vero e proprio raid con l’uso di più armi.

Le operate investigazioni mettevano in luce elementi indizianti, univoci e convergenti, circa la diretta partecipazione ai fatti delittuosi, anche a carico di Napoli e di Gagliano, le cui condotte, secondo le valutazioni del G.I.P., erano connotate di gravità tale da rendere necessaria l’adozione della misura cautelare di massima afflittività.

I maltrattamenti in famiglia

Le indagini permettevano, altresì , di delineare altra vicenda verificatasi in ambito familiare e riguardante il solo Miano, che sarebbe comunque indicativa della sua indole violenta, della facilità e familiarità all’uso di armi da fuoco, riconducibile al reato di maltrattamenti in famiglia ai danni di persona a lui vicina nonché a quello di detenzione, porto di armi comuni da sparo e danneggiamento di autovettura esposta alla pubblica fede, atteso che l’indagato non avrebbe esitato ad esplodere, per ragioni futili, un colpo di arma da fuoco, calibro 38, sul cofano anteriore dell’autovettura di un consanguineo.

Le immagini video

 

 

Per le operazioni di rintraccio e cattura dei destinatari della misura, la Squadra Mobile della Questura di Catania è stata coadiuvata da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia orientale e unità di altre articolazioni della Questura catanese.