Petrolio alle stelle, allerta sui voli: la guerra è già iniziata? L’ingresso dell’Ucraina alla Nato, gli ultimi aggiornamenti

Petrolio alle stelle, allerta sui voli: la guerra è già iniziata? L’ingresso dell’Ucraina alla Nato, gli ultimi aggiornamenti

L’attuale situazione in Ucraina continua a degenerare e al momento non sembra dare segnali di miglioramento. Con i vertici europei che dichiarano preoccupazione e il vecchio continente, dopo 70 anni, vicino a una guerra; le trattative diplomatiche sembrano essere in stallo.

Aggiornamenti su diplomazia tra Russia e Occidente

Sull’ammassamento delle truppe e sulle attuali trattative si è espresso nelle scorse ore il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov che, ripreso dall’agenzia russa Ria Novosti, ha dichiarato: “Ci aspettiamo che questi esigui canali per il dialogo alla fine ci permetteranno di trovare una sorta di reciprocità da parte dei nostri oppositori e il desiderio di trovare una soluzione che veramente significherà il tenere conto dei nostri interessi“.

Una dichiarazione che arriva a poca distanza da quella di alcuni giorni fa dove all’agenzia di stampa russa Tass dove confutò il Financial Times relativamente a un presunto accordo sull’attenuazione delle tensioni in Ucraina tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo francese Emmanuel Macron.

La Russia quindi, da una parte confuta la volontà di invadere, ma dall’altra continua a comunicare che, se non si trovano degli accordi diplomatici, vi potrebbe essere una guerra disastrosa.

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, intanto, oggi si recherà a Kiev mentre i leader occidentali hanno espresso la preoccupazione che un’invasione russa dell’Ucraina potrebbe avvenire in qualsiasi momento, facendo crollare i mercati azionari e facendo salire il prezzo del petrolio alle stelle.

Alla vigilia della sua partenza, Scholz ha affermato che qualsiasi attacco della Russia porterebbe a severe sanzioni. Poi ha spiegato che i viaggi hanno come obiettivo trovare un modo per garantire la pace in Europa.

Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy dovrebbero parlare di come la Germania potrebbe aiutare a stabilizzare l’economia ucraina dopo che i timori di una guerra imminente hanno messo a dura prova la sua valuta.

Nel frattempo, il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto che avrebbe tenuto ulteriori colloqui con i leader mondiali per riportare la Russia “indietro dall’orlo” della guerra. Il suo ufficio non ha detto con quali leader mondiali Johnson sperasse di parlare o dove intende viaggiare, ma si è capito che è desideroso di impegnarsi con i paesi nordici e baltici.

Domenica, Zelenskiy ha esortato Joe Biden a visitare Kiev “nei prossimi giorni” in segno di sostegno morale. La Casa Bianca non ha fatto menzione dell’invito nella lettura della telefonata di 50 minuti.

Una dichiarazione della Casa Bianca ha affermato che Biden ha chiarito che gli Stati Uniti risponderanno rapidamente e con decisione a qualsiasi ulteriore aggressione russa e i due leader hanno concordato sulla necessità di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza. Biden ha già ordinato l’evacuazione quasi totale dell’ambasciata americana a Kiev.

Le ultime mosse arrivano in mezzo a segnali in Occidente che il tempo sta scadendo per trovare una soluzione diplomatica alla crisi. L’intelligence statunitense nel fine settimana ha affermato che la Russia aveva accelerato i piani per un’invasione e che sia intenta a spostare ancora più truppe.

Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato al programma CBS News Face the Nation: “Negli ultimi 10 giorni abbiamo assistito a una drammatica accelerazione nella formazione delle forze russe e nella disposizione di quelle forze in modo tale che potrebbero lanciare un’azione militare essenzialmente in qualsiasi momento“.

La Russia nega di voler invadere l’Ucraina, ma domenica ci sono state segnalazioni di attacchi ed elicotteri che trasportano truppe spostati vicino al confine ucraino. Mosca, però, non ha risposto a una richiesta formale dell’Ucraina di chiarire lo scopo delle sue manovre militari in Bielorussia entro il termine di 48 ore fissato dal documento di Vienna, un accordo internazionale inteso a fornire trasparenza e ridurre il rischio di guerra.

Il governo bielorusso, invece, ha risposto a una richiesta simile da parte delle nazioni baltiche, ma ha affermato che alcune delle unità russe sul suo territorio erano lì per sorvegliare il confine meridionale, suggerendo che non sarebbero partite il 20 febbraio, quando le esercitazioni militari dovrebbero terminare.

Ingresso Ucraina nella NATO

Tra i temi fondanti in questa situazione di tensione è il possibile ingresso dell’Ucraina nella NATO. Putin, infatti, vorrebbe in tutti i modi che questo accada poiché, una possibile adesione al trattato da parte di Kiev, potrebbe portare ad avere soldati americani proprio al confine con la Russia. Sulla questione, intanto, negli scorsi giorni si era parlato di un possibile compromesso in base al quale la Russia sarebbe stata assicurata che l’Ucraina non si sarebbe unita alla Nato nei prossimi 10 anni.

Su tali vociferazioni la Germania ha intanto dichiarato che una moratoria sull’ammissibilità dell’Ucraina all’adesione alla Nato non è in programma. Ciononostante, l’ambasciatore dell’Ucraina a Londra, Vadym Prystaiko, ha suggerito in precedenza alla BBC che Kiev “potrebbe” considerare di accantonare i suoi piani Nato se “spinta” da venti di guerra e invasione.

Effetti sull’economia

Le prospettive di una possibile invasione dell’Ucraina da parte della Russia, oltre che alla diplomazia che al momento è in stallo, hanno fatto precipitare le azioni nei mercati orientali. Il Nikkei in Giappone ha perso il 2% e il mercato di Hong Kong ha perso l’1,2%.

A salire, intanto, anche il prezzo del petrolio con il greggio Brent è salito dell’1% per i timori che un conflitto nella regione possa interrompere le forniture dalla Russia, un importante produttore di petrolio.

Sulla questione, domani il cancelliere tedesco Scholz dovrebbe volare a Mosca per parlare del costo economico di una guerra. Ricordiamo, infatti, che Germania e Italia sono i paesi che maggiormente si forniscono di gas dalla Russia e un’eventuale crisi potrebbe provocare danni irrevocabili e una crisi energetica senza precedenti.

Fonte foto BBC