Predisposizione all’obesità e rischi connessi

Predisposizione all’obesità e rischi connessi

L’ambiente obesogenico, non esistendo meccanismi fisiologici veramente attivi contro un aumento di peso, ha portato ad una maggiore incidenza di soggetti in sovrappeso con incremento del rischio di contrarre patologie cardiovascolari e diabete di tipo 2. È stato dimostrato che una cattiva nutrizione durante lo sviluppo fetale e nella prima infanzia possa influire sullo sviluppo del pancreas e predisporre gli individui al diabete di tipo 2 in età avanzata.

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Naturalmente per cattiva nutrizione si intende un eccessivo consumo di bevande zuccherate, merendine, alimenti raffinati e ricchi di zuccheri e grassi saturi, e scarsa educazione alimentare in genere. Una ipernutrizione precoce ricondiziona il cervello e induce il sistema omeostatico ad una maggiore tolleranza al tessuto adiposo (grasso).

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La leptina, ormone costituito da 167 residui amminoacidici, prodotta dal tessuto adiposo e rilasciata nel sangue, costituisce un meccanismo a feed-back negativo che permette la regolazione del peso corporeo, portando all’idrolisi degli acidi grassi, ma in alcuni casi mutazioni del recettore causano resistenza alla leptina con riduzione della sensibilità a quest’ultima e conseguente perdita del controllo alimentare.

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Diventa quindi necessario attuare uno stile di vita sano, un’alimentazione corretta, sana ed equilibrata e per dieta equilibrata si intende far fronte alle esigenze fisiologiche dell’organismo e non iperalimentazione. Protagonista di un comportamento corretto per il raggiungimento dell’equilibrio psico-fisico è il fabbisogno nutrizionale che è strettamente soggettivo, legato a vari parametri e principalmente al metabolismo.

Anna Roccaro