Gufo’s style, dagli occhiali ai vestiti e all’arredo

Gufo’s style, dagli occhiali ai vestiti e all’arredo

CATANIA – In un periodo di crisi come quello che la nostra economia sta attraversando merita senza dubbio di essere raccontata l’iniziativa portata avanti da un gruppo di ragazzi catanesi.

L’ idea GUFO è nata dalla collaborazione tra Giuseppe Marino, manager del mondo della moda ed esperto di web marketing, e Claudio Calvagna, designer e artista.

Nato come marchio per occhiali da sole per giovani e non, adesso piano piano, grazie alla particolarità del suo design e alle idee dei realizzatori, arriva a spaziare dall’abbigliamento all’arredo, puntando sempre a realizzare progetti unici nel loro stile.

In un anno circa dalla sua creazione il GUFO’s style è cresciuto esponenzialmente radicandosi in  più di 13 Paesi del mondo tra cui Usa, Giappone ed Emirati Arabi.

“Abbiamo iniziato disegnando le forme che ci piacevano, le abbiamo trasferite sul legno e le abbiamo create, ed è stato proprio creandole che tutte le idee che avevamo dentro man mano sono uscite fuori”, queste le parole di Giuseppe Marino, che continua: “Ci siamo inseriti nel mondo del commercio in un periodo di grande difficoltà, ma abbiamo sempre affrontato tutto con il massimo ottimismo ed entusiasmo.

Siamo stati abili a coinvolgere nel nostro progetto personaggi dello spettacolo come Melissa Satta, Garrison, Fioretta Mari e diversi giovani blogger e influencer del mondo dei social media, che hanno permesso al nostro marchio di diffondersi velocemente e con ottimi risultati. Siamo in trattativa pure con NBC, la nota emittente americana, che ci ha contattati per avviare una collaborazione via marketing”.

Nel team figurano pure Marco Dieli, che cura il reparto commerciale ed estero, Simona Marino, assistenza clienti e logistica e Paola Scaccianoce, fotografo e architetto.

Concludiamo poi con una frase di Giorgio Faletti che possa essere fonte di forza per molti giovani di oggi, oltre che slogan del gruppo di ragazzi “GUFO”: “Il coraggio è anche avere la consapevolezza che l’insuccesso è comunque frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai”.