Uno studio inglese rivela il vero motore del gioco d’azzardo

Uno studio inglese rivela il vero motore del gioco d’azzardo

Le restrizioni che ha comportato la pandemia hanno contribuito in maniera parecchio decisiva per la popolarità del gioco d’azzardo online, che è diventato effettivamente un vero e proprio punto di svago, attività di intrattenimento imprescindibile. Ma i fattori chiave che hanno portato a questa autentica ascesa del gioco online quali sono stati? E chi non gioca, perché non lo fa? 

Global YouGov, noto istituto di sondaggi britannico, ha condotto un nuovo studio sulle motivazioni che spingono i giocatori a giocare d’azzardo online. In un campione di 17300 persone di età pari o superiore ai diciotto anni provenienti da tredici paesi diversi, è emerso che il 17% ha giocato online almeno una volta nell’ultimo anno. 

I dati rivelano inoltre che due consumatori globali su cinque giocano per il gusto di divertirsi: è il 41% del totale del campione. Una visione parecchio diffusa in Gran Bretagna (49%), Stati Uniti ed Australia  (48%), Svezia e Messico (47 e 46%). Un cospicuo 31% scommette per fantasticare sulla vincita. Più di un quarto dei giocatori scommette sperando in grosse vincite mentre solo l’11% ritiene che il gioco sia affidabile per fare soldi. 

Il gioco, insomma, resta popolarissimo ovunque ci si muova. A confermarlo anche il Libro Blu 2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il bollettino annuale sullo stato di salute dell’intera filiera. Da qui è emerso che il gioco fisico è calato a picco, con ricavi al di sotto delle previsioni della vigilia: soli 39,15 miliardi di euro a fronte dell’online che invece ha aumentato, come ovunque, il suo bacino di utenza e il gradiente tra gli utenti. La raccolta del settore digitale, trascinata dai migliori casinò online in Italia, è stata superiore al 57%.

Nell’analisi di YouGov inoltre è emerso che i giocatori di poker sono in maggioranza (61%), mentre la popolarità degli eSports risulta essere in crescita come mai prima d’ora.

Chi non gioca, nel 28% dei casi ha dichiarato che non esiste una ragione specifica. Un quarto del campione crede di non poter conseguire una grossa vincita ed uno su cinque è spesso a corto di soldi per scommettere. Solo l’11% pensa che sia moralmente sbagliato, il 10% afferma di non avere il tempo di giocare.

Tra i consumatori sono gli americani i più propensi a scommettere per divertimento ma anche per migliorare l’esperienza. Originali invece i britannici, dal momento che più di un quarto di essi scommette per fantasticare sulla possibile vincita (27%), mentre fino ad un quinto spera di ottenere grosse cifre dalle giocate. Quel che accomuna tutti è l’unica, grande passione legata al gioco.