Catania, incrocio “della paura”: sfiorata l’ennesima tragedia. Comitato Vulcania: “Oltre 50 incidenti in 6 mesi” – FOTO

Catania, incrocio “della paura”: sfiorata l’ennesima tragedia. Comitato Vulcania: “Oltre 50 incidenti in 6 mesi” – FOTO

CATANIA – L’ennesimo incidente stradale, per fortuna senza conseguenze serie, avvenuto settimana scorsa all’incrocio, trafficatissimo, tra via Torino, via Luigi Pirandello e via Francesco Fusco, quartiere Borgo-Sanzio, ripropone la pericolosità, più volte segnalata da parte dei residenti in Comune e alla polizia municipale.

A denunciare l’accaduto, il presidente del comitato Vulcania, Angela Cerri ha ribadito la necessità urgente di un intervento da parte del Comune.

Richiediamo, urgentemente, che quell’incrocio venga messo in sicurezza al più presto, bisogna potenziare i sistemi di sicurezza stradale necessari, inserire un lampeggiante che possa segnalare meglio l’incrocio o inserire dei dossi o inserire un semaforo, riqualificare le segnaletiche orizzontali ormai sbiadite/assenti, prima che avvenga un altro incidente“, spiegano dal Comitato.

Oltre 50 incidenti nell’arco di sei mesi parlano da soli“, dichiarano i residenti e commercianti della zona. Richieste e proteste arrivano, al Comitato Vulcania, da numerosi cittadini che ogni giorno percorrono l’incrocio, su menzionato.

C’è il limite dei 30 chilometri orari e le auto sfrecciano anche a 80 chilometri orari senza rispettare lo Stop. Ormai gli incidenti non si contano più.

Interviene sulla questione la presidente del comitato, Angela Cerri, che afferma: “Ancora un incidente all’incrocio ‘della paura’. Questo incrocio è pericolosissimo, lo denunciamo da tempo. I residenti hanno segnalato più di una volta la pericolosità dell’incrocio, a seguito dei molti incidenti che si sono verificati proprio lì. Ma fino a oggi non si è fatto nulla“.

Le questioni tecniche non ci riguardano, quello che conta è l’aspetto concreto, non siamo più disposti a tollerare una situazione del genere, ci sono troppi rischi che non possono essere ignorati. Il problema è troppo urgente per poter essere ulteriormente rimandato. Le nostre sollecitazioni e proteste sono gesti dettati dalla disperazione e dal timore che possa accadere qualcosa di più grave. Speriamo che le istituzioni si mobilitino per risolvere al più presto questo sentito problema dove a farne le spese sono sempre i cittadini“, conclude.

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