Palermo ricorda Pio La Torre, ucciso 33 anni fa dalla mafia

Palermo ricorda Pio La Torre, ucciso 33 anni fa dalla mafia

PALERMO –Lo so, lo so che per voi la mafia vi sembra un’onda inarrestabile, ma la mafia si può fermare, e insieme la fermeremo!

Erano le 9.20 del 30 aprile 1982 quando, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del PCI. Purtroppo La Torre e la sua scorta non vi arrivarono mai. La macchina, che si trovava nella stretta via Li Muli, venne raggiunta da una moto di grossa cilindrata che obbligò Di Salvo a fermarsi e a subire una raffica di proiettili che uccise La Torre sul colpo.

La Torre venne ucciso perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di “associazione mafiosa” e la confisca dei patrimoni mafiosi. Dopo nove anni di indagini, nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio La Torre: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci

Oggi, dopo 33 anni, il nome di La Torre non è mai stato dimenticato e, per l’anniversario della sua morte, in via Li Muli, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, del segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, di alcuni deputati regionali e dei vertici delle forze dell’ordine, è stato osservato un minuto di silenzio e deposti 33 fiori sul luogo dell’omicidio.

Oggi più che mai – si legge in un nota diffusa dall’associazione “Centro studi Pio La Torre – occorre tenere a mente l’insegnamento di La Torre, assassinato dalla mafia a causa della sua battaglia per i diritti dei lavoratori e contro l’intreccio fra potere e criminalità organizzata“.

Sono molte le autorità che hanno fatto sentire la propria vicinanza all’associazione “Centro Studi Pio La Torre” che da molti anni, ormai, persegue la finalità di accrescere la conoscenza e la valutazione critica delle mafie, del loro ruolo negativo nelle società nazionali, dei loro rapporti complessi con la realtà economica, sociale, istituzionale, politica.

Tra questi Nello Musumeci, presidente della commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana: “La storia personale di Pio La Torre, avversario leale della parte politica in cui ho sempre militato, è quella di un leader politico che comprese come agli interessi mafiosi fosse connaturata l’esigenza delle consorterie di fare cassa. Ed è quella consapevolezza che portò alla legge Rognoni-La Torre. Quella intuizione si è fatta strada ed ha portato, oggi, alle misure pesantissime cui sono soggetti i patrimoni mafiosi“.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto esprimere, con un messaggio, la propria vicinanza all’associazione La Torre, elogiandone i servizi svolti fin’oggi: “i risultati – commenta il presidente Mattarella – costituiscono preziosi spunti di riflessione tanto per la classe politica che ha il dovere di interpretare la domanda proveniente dai cittadini più giovani quanto per la scuola che con loro quotidianamente si confronta. L’indagine mette purtroppo in evidenza segnali di sfiducia provenienti dalle nuove generazioni nei confronti del mondo della politica. Nel contempo le risposte fornite dagli studenti evidenziano una coscienza civica consapevole, capace di cogliere il pericoloso effetto che la corruzione può determinare nella propagazione del fenomeno mafioso“.