Strage migranti, stasera i superstiti a Catania. Salvi: “Indagini su cause del naufragio”

Strage migranti, stasera i superstiti a Catania. Salvi: “Indagini su cause del naufragio”

CATANIA – Sono state ore lunghissime e devastanti per i 28 superstiti della strage avvenuta lo scorso sabato notte in cui è affondato un barcone pieno di migranti. Il loro arrivo è previsto in serata al porto di Catania. Le salme delle vittime, invece, sono state portate a Malta.

Sono ancora in corso le ricerche, effettuate a 120 miglia a sud-est dall’isola di Lampedusa, nel tentativo di recuperare gli altri corpi dei defunti o di riuscire a individuare qualche superstite. Mentre coloro che sono già stati tratti in salvo dovrebbero arrivare intorno alle ore 23 a Catania. Successivamente verranno ascoltati dalle autorità per cercare di ricostruire i fatti e individuare i colpevoli. L’unica risorsa disponibile, al momento, risulta essere uno dei sopravvissuti, trasportato prima degli altri nella città etnea per ragioni di salute.

Non è facile riuscire a capire se ci sia un reale responsabile: rimangono dubbi su una possibile collisione o se il rovesciamento dell’imbarcazione sia stato causato da uno spostamento repentino dei migranti da una parte all’altra del bastimento.

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Difficile, anche per mancanza di fonti attendibili, sapere quanti fossero a bordo e quante siano le vittime. C’è chi parla di 700 persone, chi 950. Di certo c’è la modalità del viaggio: a centinaia stipati nei ripiani della nave e senza possibilità di uscire. Forse anche questo ha contribuito nella strage. 

I clandestini erano provenienti da varie nazioni, tra cui Eritrea, Somalia, Bangladesh, Egitto e Algeria, ma si esclude che tra questi possano esserci elementi facente parte dell’ISIS. 

Il tema della sicurezza, in questi casi, è quello che desta maggiori perplessità, ma il procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi ha rassicurato che fino a questo momento non c’è stato alcun tipo di allarmismo. Tuttavia, non è da escludere la presenza di qualche soggetto radicalizzato che nel tempo, una volta approdato in Europa, possa entrare in contatto con fazioni estremiste.

Il procuratore, poi, sottolinea che l’intervento e il soccorso di corpi specializzati avrebbe potuto rendere meno drastica la situazione. Il riferimento è a “Mare Nostrum”, che lo scorso anno ha effettuato salvataggi importanti. Come il 12 maggio 2014, quando persero la vita 17 persone, ma ne furono salvate 234. O come il 28 giugno, quando si venne a conoscenza di un altro traffico di clandestini attraverso l’intercettazione di alcune telefonate provenienti dall’Eritrea. E proprio riguardo all’illegalità delle operazioni, sempre attraverso “Mare Nostrum”, la procura di Catania ha richiesto l’estradizione di tre egiziani. 

Solo nel 2014, la città di Catania ha aperto le sue porte a oltre 100 mila migranti. Ma è tutta la Sicilia a essere presa d’assalto.

Andrea Lo Giudice – Andrea Sessa