Da Ciuri Ciuri a Vitti na crozza e Cocci d’amuri, la Sicilia raccontata attraverso le più belle canzoni popolari

Da Ciuri Ciuri a Vitti na crozza e Cocci d’amuri, la Sicilia raccontata attraverso le più belle canzoni popolari

SICILIA – La Sicilia è una terra che si distingue per il suo forte legame degli abitanti al territorio, un senso d’appartenenza che trasuda di tradizione, storia, cultura e, perché no, anche musica.

Tante sono, infatti, le canzoni popolari che – di generazione in generazione – vengono tramandate ai posteri lasciando un’eredità degna di nota. Intonate per strada o utilizzate come colonna sonora in alcuni film, sono diventate una vera e propria pietra miliare oltre che un patrimonio di inestimabile valore.

Esprimersi cantando

Storie d’amore, di vita quotidiana, di infanzia e quant’altro: gli argomenti sono vari ma il filo conduttore è unico. Si parla sempre della tradizione di un popolo che, tramite delle semplici canzoni, sottolinea stati d’animo, usi, costumi, gioie e dolori.

È insito nell’origine stessa del canto popolare il concetto di esprimersi cantando. La gente comune, una volta ascoltata quella melodia da poeti/cantanti del posto, fa proprie quelle parole, le interpreta e – a sua volta – le diffonde. Così si crea la magia.

Le canzoni popolari più famose

Quali sono, quindi, i brani popolari siciliani più conosciuti? Quelli che sono stati interpretati da diversi artisti ognuno col suo timbro di voce? Vediamo insieme i principali.

Ciuri Ciuri

Chiunque, da Nord a Sud, conosce Ciuri Ciuri che afferma forte l’identità siciliana. Emblematica a tal proposito la frase estrapolata: “U sicilianu sugnu e mi nni vantu, picchì la terra mia jè china china d’incantu“. Si percepisce in pieno la gioia e l’orgoglio di essere parte della Sicilia.

Vitti na Crozza

Procediamo la nostra carrellata con Vitti na Crozza, un brano diverso dal precedente perché dietro le sonorità allegre si nascondono verità innegabili, lavoro, dedizione ma anche sofferenza. Da attenzionare, quindi, parola dopo parola.

Mi votu e mi rivotu

Argomento della prossima canzone popolare è l’amore non corrisposto e il brano è intitolato Mi votu e mi rivotu: incisivo quanto particolare, descrive uno dei sentimenti più complessi al mondo, ma anche uno dei più gettonati.

Si maritau Rosa

Ancora, su questa scia, da non dimenticare è Si maritau Rosa, che narra la storia di una giovane che – vedendo l’amica sposarsi – prova quel senso di malinconia misto a passione e vorrebbe essere lei al suo posto. “Vinni la primavera, li mennuli su ‘nciuri, a mia ‘nfocu d’amuri lu cori m’addumò“: messaggio chiaro come il sole.

Cocci d’amuri

Una delle serenate d’amore più belle mai cantate è Cocci d’amuri, in pieno stile siciliano, dove tradizione e tenerezza si mixano perfettamente. “La notti è scura e nno munnu mi perdu, comu n’armuzza ‘n pena vaiu circannu, li to’ biddizzi ca ficiru ddannu mi fai tuccari ‘u funnu e nun capisciu nenti“: da queste poche battute, l’idea è quella di un amore travolgente che “fa danno”, crea caos ma che ci rende vivi.

Tarantella Siciliana e Tarantella di l’amuri

Protagonista delle feste folkloristiche siciliane è lo scacciapensieri (mazzarano), strumento musicale dalla forma di un ferro di cavallo, con struttura in metallo e una sottile lametta fissata su di un lato. Riesce a creare un’atmosfera particolare che evoca scenari tipici della splendida Sicilia. Se ne percepisce a pieno l’utilizzo nella Tarantella siciliana, così come nella Tarantella di l’amuri.

U sciccareddu

In altre canzoni popolari si riportano anche tipiche scenette di vita quotidiana, che ci fanno immergere in un’altra epoca. U sciccareddu, per esempio, è un brano dedicato all’asino, compagno della quotidianità dei nostri antenati.

Cantu di lu carritteri

Poi abbiamo pure Cantu di lu carritteri: erano, infatti, i carrettieri stessi che intonavano melodie per salutare un collega quando lo incontravano durante il lavoro. Un mestiere oggi scomparso per via della meccanizzazione del trasporto, che rappresentava prima il solo mezzo che permetteva i commerci dalla campagna al paese o tra paesi. Il tempo “libero” che il carrettiere aveva lo impiegava cantando.

Un “tesoro” da custodire

Oltre che conoscere questo “tesoro” musicale, bisogna dapprima esplorarlo per poi conservarlo gelosamente. Non a caso, tra l’altro, il filosofo, teologo e letterato tedesco, Johann Gottfried Herder (1744-1803), disse: “I canti popolari sono gli archivi del popolo, il tesoro della sua scienza, della sua religione, della vita dei suoi padri, de’ fasti della sua storia“.

Una tradizione che fa sognare, da sempre, chiunque. Raccontare la Sicilia tramite un susseguirsi di note è il modo migliore per ricordare quanto l’Isola del sole sia unica nel suo genere, estremamente ricca e affascinante, sotto diversi punti di vista. Nessuno escluso.