Operazione “Xydi”: restano in carcere gli avvocati Buggea e Porcello, domiciliari per i due poliziotti

Operazione “Xydi”: restano in carcere gli avvocati Buggea e Porcello, domiciliari per i due poliziotti

AGRIGENTO – Primi sviluppi in seguito all’operazione Xydi, avvenuta nelle prime ore dello scorso 2 febbraio, che ha coinvolto 23 indagati.

I gip Alessandra Vella e Stefano Zammuto hanno convalidato il fermo in carcere per Giancarlo Buggea – rappresentante del citato Falsone e organizzatore del mandamento, nonché Luigi Boncori, capo della famiglia di Ravanusa -, 50 anni e per Angela Porcello, compagna di Buggea, che in qualità di difensore di numerosi affiliati del mandamento, sfruttando le garanzie del mandato difensivo, ha messo a disposizione degli stessi il proprio studio legale per l’esecuzione di summit mafiosi, ritenendolo luogo non soggetto a investigazioni.

Convalidati lo stato di fermo e gli arresti domiciliari per l’ispettore capo di Canicattì, Filippo Pitruzzella e per Giuseppe D’Andrea, assistente capo della Polizia di Stato in servizio a Canicattì, per il quale non sarebbe stato disposto lo stato di fermo.

Per Giuseppe Pirrera, Roberto, Gianfranco GaetaniLuigi Carmina e per Antonio Oliveri sarebbe stata disposta l’immediata scarcerazione.

Restano in carcere con la convalida del fermo: Emanuele Diego Cigna, Calogero Di Caro, Pietro Fazio, Gregorio Lombardo, Calogero Paceco, e Giuseppe Sicilia.

I 23 indagati nell’operazione messa in piedi dai Ros sono stati ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso (Cosa Nostra e Stidda), concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione e altri reati aggravati, poiché commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose indagate.

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Le indagini, che hanno preso piede dall’operazione HALYCON, avviate nel 2018 si sono sviluppate nella parte centro orientale della provincia di Agrigento ove risulta attivo il mandamento mafioso di Canicattì (AG) che costituisce tuttora l’epicentro del potere mafioso dell’ergastolano campobellese Giuseppe Falsone, pure destinatario del provvedimento precautelare in esame in quanto risultato a capo della provincia mafiosa di Agrigento.

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Immagine di repertorio