Quella notte alla scogliera di Catania, Limena e il fato avverso: 50 anni fa la scomparsa del terzino etneo

Quella notte alla scogliera di Catania, Limena e il fato avverso: 50 anni fa la scomparsa del terzino etneo

CATANIA – I volti di via Cifali, dipinti sotto la tribuna B dello stadio Angelo Massimino, scandiscono le epoche dei grandi successi del Calcio Catania. Da Nicolosi a Prenna, passando per Ranieri, Oliveira e Mascara, le “sentinelle” del cuore rossazzurro sfilano orgogliose con addosso lo stemma dell’elefante.

Tra queste campeggia anche il mezzobusto di Luciano Limena, terzino mancino nativo di Este, in provincia di Padova. Ancor oggi il nome di Limena, alle pendici dell’Etna, viene ricordato con enorme rimpianto e trasporto dai tifosi etnei di lungo corso, non solo per le brillanti apparizioni in maglia rossazzurra ma, soprattutto, per quell’infame destino che la sera dell’11 dicembre 1970 lo travolse strappandolo tragicamente alla vita.

L’arrivo in rossazzurro

Giunto in Sicilia a soli vent’anni dal Torino vincitore della Coppa Italia 1967/68, Limena si presenta agli ordini di mister Egizio Rubino con l’ambizione di riportare il Catania in Serie A, retrocesso due stagioni prima in cadetteria al termine del ciclo d’oro degli anni ’60 contraddistinto dal mito del “Clamoroso al Cibali” e dei tre piazzamenti finali in ottava posizione.

Tuttavia, gli etnei stentano in campionato e non riescono mai a entrare nel discorso promozione che rimane ristretto tra Lazio, Brescia e Bari. Le qualità del giovane esterno veneto non vengono però messe in discussione dalla stagione sottotono. Anzi, le sue performance attirano le attenzioni di numerose pretendenti, anche di massima serie.

La gioia promozione

Ma il sodalizio etneo, frattanto passato nelle mani di Angelo Massimino, futuro “presidentissimo”, decide di tenerselo stretto in vista di un’annata che deve necessariamente essere quella del riscatto. Una rivalsa che non può che passare proprio dai piedi del terzino sinistro, rampante e desideroso di dimostrare che quella B sta stretta sia al Catania che a sé stesso.

E infatti, la stagione 1969/70 è quella della gioia per la maglia rossazzurra, con il terzo posto conclusivo che vale la promozione in A. Il difensore etneo, con 37 apparizioni in campionato, risulta essere il giocatore catanese più presente sul rettangolo verde insieme al portiere Rado. Limena si toglie anche la soddisfazione della prima (e unica) rete con la maglia del Catania, andando a segno in trasferta contro l’Atalanta nello 0-1 finale.

Un rossazzurro “per sempre”

Ma la favola di Limena non è di quelle a lieto fine, dicevamo. Il 13 dicembre il Catania è atteso a Bologna per scendere in campo contro i temibili felsinei dell’ex Vavassori e dovrà fare a meno del giocatore veneto, in fase di recupero a seguito di un infortunio alla caviglia.

L’11 dicembre, intorno alle ore 23, la corsa di Limena verso l’olimpo del calcio italiano e quella della sua Giulia Sprint GT si interrompono tragicamente lungo la litoranea di Cannizzaro che da Ognina porta ad Aci Castello. L’impatto è tremendo, con l’auto che si trasforma in un inferno di lamiera che non lascia scampo al giovane atleta.

Sono trascorsi esattamente cinquant’anni da quella sera buia. Oggi Limena avrebbe avuto 72 anni e, in virtù del suo fulgido talento, avrebbe potuto raccontare con molta probabilità di trascorsi in club ancora più prestigiosi di quello dell’elefante. Invece, il suo ricordo è rimasto indissolubilmente legato ai colori rossazzurri a causa di un fato avverso.