In solitudine per le Feste, il dramma “silenzioso” di molti

In solitudine per le Feste, il dramma “silenzioso” di molti

Solitudine per le Feste: l’incubo ricorrente di molti, una drammatica realtà per troppi. Sono migliaia, forse milioni, le persone nel mondo che in occasione del Natale si sentono o sono sole.

Un dato che ha portato tanti esperti a parlare perfino di “tristezza delle Feste” per descrivere la singolare situazione di chi, con dicembre alle porte, inizia ad avvertire sempre di più la propria solitudine. L’attesa di un Natale da trascorrere da soli spesso è tanto da sopportare, a tal punto da dare vita a una forma di “ansia” o, nel peggiore dei casi, depressione.

Non importa che sia per malattia, per la morte o la lontananza delle persone care o per necessità, come quest’anno a causa della pandemia: trascorrere un giorno importante da soli non è piacevole. Per molti (è vero) si tratta di una scelta, per altri invece è la causa di malessere e di una triste avversità alle Feste e a ciò che rappresentano, anche le cose che ai più sembrano meravigliose.

Solitudine per le Feste: un problema a ogni età

Per quanti pensano che la solitudine sia un problema che riguarda maggiormente gli anziani, è bene sapere che questa congettura non corrisponde affatto a verità.

Ragazzi single, infermi, donne e uomini di ogni età con figli lontani, coppie che vivono il loro amore a distanza per necessità, disabili in strutture e case di cure, senzatetto e perfino persone in lutto. Ogni appartenente a queste categorie, a modo proprio, vive una condizione di solitudine. Quest’anno, poi, molti viaggi non saranno resi possibili dall’emergenza sanitaria e il numero delle persone destinate a trascorrere le Feste da solo o con un membro della famiglia assente probabilmente raddoppierà.

Esiste poi una categoria che in tanti dimenticano: chi il Natale e il Capodanno li trascorre a lavoro. Con i colleghi o da solo, ma sempre distante dagli affetti e dalle tavole imbandite che scaldano i cuori di molti in occasione delle Feste.

In un anno in cui gli abbracci e i baci saranno ridotti al minimo dal rischio contagio, poi, anche i bambini potranno sentirsi privati di una parte dell’allegria e della “magia” del Natale. Forse non si tratterà di una vera e propria solitudine, ma una “mancanza” potrebbe sentirsi, specialmente se i nonni, vera “anima” dello spirito natalizio, dovranno rimanere in casa. Senza contare che c’è chi i nonni li ha persi a causa del Covid o si ritrova a pregare per parenti e conoscenti in ospedale per il virus o altre malattie.

Solitudine e “soluzioni” alternative in tempi di Coronavirus

La pandemia ha stravolto il nostro modo di vivere, ma anche di comunicare. In un momento in cui la solitudine sembra il dramma peggiore al mondo, forse il mondo di Internet può offrire delle alternative al pianto.

Una videochiamata, una cartolina, un messaggio o un regalo inaspettato tramite corriere: tante piccole cose potrebbero aiutare a rendere il Natale di tanti meno triste. Per chi si sente solo, inoltre, potrebbe essere una buona idea anche fare qualcosa per se stessi o dedicare del tempo agli altri (in tutta sicurezza, naturalmente) per stabilire connessioni potenzialmente indispensabili per il proprio benessere psicologico.

Sono tante le attività, social e non, per affrontare un periodo difficile. La solitudine, in fondo, è un dramma che però, grazie alle innumerevoli possibilità offerte dalla quotidianità contemporanea, può essere in parte superato o trasformato in qualcosa di positivo.

Foto di StockSnap da Pixabay