Imprese e nuove tecnologie: Meridione fanalino di coda per maturità digitale

Imprese e nuove tecnologie: Meridione fanalino di coda per maturità digitale

Dopo il lancio del bonus PC e computer, l’Istituto Nazionale di Statistica ha diffuso i dati sullo studio relativo alla digitalizzazione delle imprese in Italia.

La prima edizione del Censimento permanente delle imprese, infatti, ha permesso di comprendere e approfondire le tematiche emergenti e rilevanti per la competitività, la sostenibilità sociale e ambientale e la crescita economica del Paese.

Nel Report formulato dall’Istat si presta attenzione alla informatizzazione delle imprese: “La progressiva digitalizzazione dei processi aziendali viene adottata come chiave di lettura per una serie di fenomeni che stanno influenzando le strategie imprenditoriali come lo sviluppo di progetti di innovazione, l’emergere di nuovi modelli di business, la diffusione e l’utilizzo di nuove tecnologie e, infine, l’impatto della digitalizzazione sulla forza lavoro“.

All’interno del censimento vi è il monitoraggio degli investimenti in tecnologie digitali di tipo infrastrutturali, ovvero, connessioni internet, servizi di cloud ed altro ancora. Ma non solo, all’interno del report vengono sottolineati gli investimenti più specializzati quali: Big Data, applicazioni di Internet, stampa 3d, robotica e simulazione.

Oltre i 3/4 delle imprese (77,5%) (con almeno 10 dipendenti) hanno provveduto a investire in almeno una delle nuove tecnologie. La maggior parte di esse ha dato priorità agli investimenti infrastrutturali quali: soluzioni Cloud, connettività in fibra ottica o in mobilità, software gestionali e, necessariamente, cyber-security, lasciando eventualmente a una fase successiva l’adozione di tecnologie applicative. Quasi assenti nel panorama l’utilizzo di robot. Infine, solo il 16,6% delle imprese ha adottato almeno una tecnologia tra Internet delle cose, realtà aumentata o virtuale, analisi dei Big Data, simulazione e stampa.

Ma se da un lato le imprese italiane con 10 addetti sono impegnate in investimenti digitali (ma con prospettive di ulteriore diffusione di tali attività) e le imprese sotto i 100 addetti sono prevalentemente coinvolte nella “costruzione” del loro peculiare modello di digitalizzazione, le aziende con oltre 100 dipendenti sono alle prese con una difficile digitalizzazione, infatti solo il 3,8% delle imprese (che valgono il 16,8% di addetti e il 22,7% di valore aggiunto) è già nella fase di maturità digitale. Questo dato, nel Meridione, però, è decisamente più basso: solo il 2,8% delle imprese è in fase di maturazione digitale.

Ma la digitalizzazione, che oramai negli ultimi anni si dimostra fondamentale, spaventa molto alcuni lavoratori che hanno paura di finire per essere rimpiazzati.

A riguardo l’Istat spiega: “Ovviamente, le mansioni tecnico-operative e quelle manuali non specializzate sono quelle più “routinarie” e, in quanto tali, più facilmente sostituibili, in teoria, in un processo di digitalizzazione/automazione. I risultati del censimento contraddicono, in realtà, tale ipotesi teorica (forse in relazione sia all’ancora scarsa “maturità” digitale delle imprese italiane che alla ridotta prospettiva temporale)“.

Immagine di repertorio