Fase 2 e visite ai congiunti: ecco chi sono per la legge italiana

Fase 2 e visite ai congiunti: ecco chi sono per la legge italiana

Dopo il dpcm del 26 aprile, annunciato dal premier Conte in conferenza stampa e riguardante l’allentamento delle misure restrittive dal 4 al 18 maggio, gli italiani si sono chiesti: chi sono i congiunti? Questo perché tra le nuove misure vi sarà anche la possibilità di spostarsi, nell’ambito della stessa regione, per andare a far visita ad un congiunto. Ciò sempre nel rispetto delle misure di sicurezza (cioè indossando guanti e mascherine) e di distanziamento sociale (almeno 1 metro).

Insomma, dopo le parole di Conte, è stata una vera e propria caccia al significato di questo termine. In attesa di notizie ufficiali dal governo, vediamo intanto cosa ci dicono le norme. L’articolo 307 del Codice Penale, nel punire chi aiuta i partecipi di una cospirazione o di una banda armata, tranne che si tratti di prossimi congiunti, fornisce una definizione di questi ultimi. La norma fa riferimento agli ascendenti, ai discendenti, al coniuge, alla parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, ai fratelli, alle sorelle, agli affini nello stesso grado, agli zii e ai nipoti. Si tratta, cioè, di persone a cui sarà possibile far visita dal 4 maggio.

Per comprendere meglio chi sono i parenti e chi sono gli affini, soccorre in nostro aiuto il Codice Civile. Secondo l’articolo 74 sono parenti le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui siano nati figli all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui siano nati al di fuori di esso, sia quando i figli siano adottati (tranne che siano maggiori d’età). Che vuol dire? Che sono parenti e quindi congiunti, oltre a figli e genitori e coniugi, anche nonni e nipoti, fratelli e sorelle, zii e nipoti, cugini e cugine.

L’articolo 78 del Codice Civile parla invece di affini, anch’essi congiunti. Il vincolo di affinità sussiste tra il coniuge e i parenti dell’altro: esempio suoceri, generi, nuore, cognati ecc. L’affinità non cessa se muore il coniuge. Dal 4 maggio si potrà, dunque, far visita anche a queste persone.

Che dire sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso? La legge 76/2016 equipara chi è legato da un’unione civile a chi è legato da un matrimonio. In qualunque legge o atto avente forza di legge troviamo la parola “coniuge” o “coniugi”, le relative norme si applicheranno anche ai partner delle unioni civili. Ad eccezione della regola sul vincolo di affinità, che non è richiamata espressamente dalla legge del 2016. Il partner di un’unione civile non potrà, dunque, considerare affini i parenti dell’altro e non potrà spostarsi per far loro visita. Norma che ha generato non poche polemiche a causa del suo effetto discriminatorio.

Capitolo coppie di fatto. Per conviventi di fatto, anch’essi disciplinati dalla legge 76/2016, si intendono due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi e da reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.

Non essendo parenti o affini, la domanda è: possono vedersi? Stesso interrogativo per fidanzati, amici e futuri sposi che non convivono. In teoria la risposta è “no”, ma il governo, anche se non in via ufficiale, ha chiarito che tra i congiunti saranno ricompresi anche i conviventi (attualmente separati a causa dell’emergenza sanitaria), i fidanzati stabili e gli affetti stabili.

Orientamento che un po’ di tempo fa la Cassazione aveva anticipato con la sentenza 46351/2014, con la quale ha ritenuto prossima congiunta la fidanzata di una vittima e come tale avente diritto al risarcimento del danno non patrimoniale per la perdita della persona cara.

Lo stesso viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha anticipato che sarà possibile vedere anche gli amici stretti. Poiché è difficile stabilire quando un’amicizia si possa ritenere “non stretta”, si deduce che siano esclusi dalle visite i meri conoscenti.

Molti si sono anche chiesti: servirà una nuova autocertificazione? Se sì, bisognerà indicare i nomi dei congiunti? Molto probabilmente il governo non predisporrà un nuovo modulo e basterà barrare la voce “assistenza ai congiunti” sul quello usato finora. Le generalità non dovranno essere indicate per motivi di privacy e le forze dell’ordine non potranno chiederle.