In Sicilia corruzione e frodi senza precedenti

In Sicilia corruzione e frodi senza precedenti

PALERMO – Ha preso il via, allo Steri di Palermo, l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana.

Tra i presenti, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, la vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, e quello all’Agricoltura, Nino Caleca, il capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi, l’Arcivescovo Paolo Romeo e il rettore dell’Università del capoluogo, Roberto Lagalla.

In Sicilia il fenomeno della corruzione e delle frodi, collegate in particolar modo ai finanziamenti pubblici, sono un “fattore di allarme sociale senza precedenti”. A denunciarlo il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti per la Sicilia, Giuseppe Aloisio, parlando con i giornalisti.

“I fenomeni corruttivi e le frodi nei finanziamenti pubblici – ha aggiunto – rappresentano indubbi fattori di un allarme sociale ineludibile e senza precedenti, anche per il rilevante danno d’immagine causato alla pubblica amministrazione per vicende corruttive”.

Nel 2014 sono state emesse in totale 15 citazioni con una contestazione per un danno complessivo di 27 milioni di euro. Tra i settori più colpiti quello degli appalti, dove la frequenza dei fenomeni corruttivi è più evidente nel settore delle forniture.

“La normativa -ha proseguito- non ci aiuta: abbiamo una normativa anticorruzione che ha costruito un impianto che è pregevole sotto il profilo dell’affermazione dei principi ma non ha portato delle vere innovazioni che possono valorizzare il ruolo del procuratore contabile”.

Solo 200, su 54 mila, i detenuti per motivi legati proprio alla corruzione.

“Una repressione finanziaria sarebbe molto piu’ indicente e determinerebbe un effetto di deterrenza che porterebbe a risultati concreti”.