Deteneva specie protette in spazi angusti, cardellini trovati morti: denunciato bracconiere

Deteneva specie protette in spazi angusti, cardellini trovati morti: denunciato bracconiere

MESSINA – I carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Catania hanno effettuato un servizio mirato, volto alla repressione del traffico di specie di avifauna protetta e al prelievo illecito di specie di animali in natura.

I militari si sono recati in uno stabile sito nel villaggio Contesse, case CEP a Messina, dove hanno riscontrato che in una terrazza condominiale, in uso a un soggetto già noto alle forze dell’ordine per reati di bracconaggio, lo stesso deteneva all’interno di numerose gabbie, 40 cardellini, 5 verzellini e un fanello, tutte specie protette, tutelate sia dalla normativa nazionale che da varie convenzioni internazionali.

La maggior parte delle gabbiette trovate erano di piccolissime dimensioni e a causa delle anguste condizioni in cui erano costretti a vivere i volatili, non abituati alla cattività, 4 esemplari sono stati trovati già morti. Inoltre, due cardellini sono stati ritrovati con al ventre i legacci muniti di gancio per poter essere utilizzati come richiamo vivo per la cattura di altri esemplari. Tale pratica, del cosiddetto “zimbello”, comporta gravi sofferenze per gli animali e per tale ragione il soggetto è stato denunciato anche per maltrattamento di animali.

Sul posto sono stati ritrovati diversi attrezzi e arnesi utilizzati per la cattura dei volatili. L’uomo era solito catturare tramite reti e trappole gli animali dal loro ambiente naturale, presumibilmente per poterli poi vendere al mercato clandestino con cospicui profitti economici.

Il bracconiere è stato deferito anche per furto aggravato, essendo la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello stato.

I volatili, a seguito del nulla osta dei servizi veterinari dell’ospedale veterinario dell’Università di Messina, che ne ha attestato il buono stato di salute, sono stati liberati in un luogo idoneo. Rimane alta l’attenzione dei carabinieri Forestali sul traffico di specie protette che sta portando al rischio della loro estinzione dal loro ambiente naturale.