Falsi contratti per ottenere fondi europei: colpita anche la Diocesi di Agrigento

Falsi contratti per ottenere fondi europei: colpita anche la Diocesi di Agrigento

CATANIA – Bastava una semplice interrogazione alle banche-dati e il gioco era fatto. Spuntavano subito, infatti, i terreni che non erano ancora stati utilizzati per ottenere finanziamenti agricoli e su quelli si lavorava.

La truffa si annidava nei CAA, centri di assistenza agricola, dove c’erano dei pubblici ufficiali corrotti: Sebastiano Licciardino, Orazio Acciarito e Giuseppina Liliana La Ferlita.

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Erano loro che avevano l’obbligo di valutare la correttezza delle domande presentate e istruire i fascicoli e invece erano sempre loro a “voltarsi dall’altra parte” e far passare per buone pratiche che in realtà non lo erano affatto.

Così in Sicilia giravano flussi di denaro, in quest’ultimo episodio parliamo di circa tre milioni di euro, che l’Unione Europea emetteva con lo scopo di sostenere l’attività agricola e che invece rimpinguavano le tasche di soggetti che di “agricolo” avevano ben poco.

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57 gli indagati e 9 i soggetti arrestati stamattina dai militari del Comando provinciale della guardia di Finanza di Catania, coordinati dal colonnello Roberto Manna su richiesta del procuratore capo di Caltagirone Giuseppe Verzera e del sostituto Ilaria Corda.

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Nulla era lasciato al caso… ma come agiva in sostanza questa rete criminale?

Una volta individuati i terreni, venivano redatti falsi contratti di affitto o comodato d’uso con soggetti che non ne erano a conoscenza, in alcuni casi anche morti, intestandoli a persone compiacenti. Questi ultimi davano la copia dei propri documenti di riconoscimento fondamentali per le istanze di accesso ai finanziamenti e in cambio ricevevano banconote per un totale di mille euro. 

In alcuni casi, figurarsi, hanno utilizzato terreni della Diocesi di Agrigento e del Consorzio Sviluppo Industriale di Gela senza che nessuno avesse mai concesso l’uso di tali fondi agricoli. Ma c’è di più… alcuni legittimi proprietari delle arie agricole hanno presentato domanda per l’ottenimento dei fondi e per tutta risposta si sono sentiti dire “No su questo terreno già qualcuno ha richiesto i soldi”. Sono fioccate, così, denunce che hanno portato gli inquirenti sulle loro tracce.

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Per nascondere la truffa, i terreni venivano trasferiti di anno in anno, attraverso cessioni incrociate, da una persona all’altra e quindi vediamo sfilare casalinghe, disoccupati, rumeni, per citarne solo alcuni. Ma sono state individuate anche decine di imprese agricole usate per gestire, sulla carta, ogni anno oltre 1500 ettari di terreno.

Sequestrati immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro e adesso gli arrestati dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari all’agricoltura.

Ecco i nomi degli arrestati: Gianluca Faranda di 34 anni, Natale Giuseppe Spasaro di 60 anni, Orazio Acciarito di 44 anni, Davide Faranda di 32 anni, Ivan Settimo Faranda di 30 anni, Mario Oliva di 51 anni, Rosita Maria Conti Taguali di 38 anni, Giuseppina Liliana La Ferlita di 33 anni e Sebastiano Licciardino di 65 anni.