Anno nuovo per l’agricoltura in Sicilia, Passanisi: “Mi aspetto un’inversione di marcia”

Anno nuovo per l’agricoltura in Sicilia, Passanisi: “Mi aspetto un’inversione di marcia”

CATANIA – Con l’inizio dell’anno nuovo si spera in una ripresa economica in tutti i settori, specialmente quelli che nell’anno che è da poco concluso hanno avuto a che fare con non pochi problemi.

Tra questi ultimi c’è il settore agricolo, che negli ultimi anni ha avuto non poche difficoltà a causa soprattutto dei tanti mutamenti che si registrano all’interno di esso, ma che nella nostra isola ha avuto sempre una posizione preminente anche in termini di tradizione.

A mostrare questa speranza è il presidente della Coldiretti Catania, Andrea Passanisi, che sottolinea anche come il problema principale della Sicilia sia la burocrazia e come si debba agire attraverso e proprio piano d’azione per riportare l’agricoltura a livelli buoni.

“La nostra agricoltura è storia, tradizione – afferma Passanisi – ed è, inoltre, caratterizzata da innumerevoli biodiversità che rendono la Sicilia unica nel panorama nazionale e internazionale. Pur tuttavia con un prodotto interno lordo del 4%, sostanzialmente il doppio di quello nazionale, assistiamo tutt’oggi a un settore che arranca in balia di una burocrazia lenta e cavillosa tanto da scoraggiare i più giovani e spingerli a emigrare. Ciò che mi aspetto per questo 2020 è un’inversione di marcia, marcata, innanzitutto, da tanta positività poiché lamentarsi non porta a nulla. Inoltre, ciò che serve, a mio avviso, è individuare le vere criticità e attuare un piano dazione a lungo periodo con delle strategie. Il programma di sviluppo rurale se ben sfruttato darebbe una buona prospettiva di crescita volta a colmare, in termini quantitativi e qualitativi l’evidente gap con i paesi esteri, fondamentale in questo caso il ruolo dei nostri rappresentanti politici auspicando maggiore sforzo, sensibilità e un seguito concreto alle parole affinché, con il tempo, il settore ritorni a essere protagonista”.

“Un pensiero doveroso lo rivolgo anche ai miei colleghi imprenditori, in particolare ai più giovani; il momento di profonda difficoltà è tangibile e la situazione di profonda incertezza si ripercuote su tutto il sistema. Gli agenti atmosferici, i prezzi instabili, la concorrenza straniera, l’aleatorietà commerciale, devono far comprendere – continua – che stiamo affrontando un cambiamento dello scenario sociopolitico ed economico, che porta a un’evoluzione del settore e a un mutamento del mercato. Diamo molte cose per scontate ignorando che a mutare è persino il modo di fare la spesa”.

“Chi vive di agricoltura deve esserne consapevole e la mancata presa di coscienza e un eccessivo individualismo creeranno un grosso e ulteriore deficit. Dobbiamo, in sostanza, cambiare forma mentis e approcciarci a un nuovo modo di fare agricoltura, supportato dalla ricerca e da veri esperti del settore, facendo squadra sia per economizzare che per limitare gli errori e per essere più competitivi, proiettandoci sulla qualità che sulla quantità, magari non limitandoci a vendere, ma provare anche a raccontare il nostro impegno i nostri sacrifici, la nostra meravigliosa isola. È questo che il mercato esige, buona comunicazione, trasparenza e qualità”, conclude.