Cena della Vigilia, pranzo di Natale e di S. Stefano: come affrontare le “grandi abbuffate”

Cena della Vigilia, pranzo di Natale e di S. Stefano: come affrontare le “grandi abbuffate”

CATANIA – Cena della Vigilia, pranzo di Natale e di S. Stefano: tripletta massacrante per la nostra alimentazione, che, in occasione delle festività, si carica delle tradizionali “abbuffate.

In questi giorni le famiglie si riuniscono, si crea l’opportunità di trascorrere del tempo con le persone care che magari non si vedono durante l’anno e non c’è modo migliore di godere di questi momenti se non negli immancabili banchetti: le tavole si imbandiscono e straripano di ogni ben di Dio. Antipasti, primi piatti, secondi e dolci: la carrellata di vivande sembra non avere mai fine.

Ma, attenzione! Il piacere del palato, soddisfatto in modo eccessivo, porta a conseguenze negative per la salute del nostro organismo.

Se i cibi da noi consumati sono ricchi di carboidrati, grassi, sale e zuccheri, il livello della pressione arteriosa subisce, per esempio, un brusco innalzamento; non solo: a livello addominale lo stomaco si dilata, aumenta la ritenzione di liquidi, e il colesterolo e il glucosio nel sangue giungono a livelli alti.

Nei soggetti senza particolari patologie, tutto ciò, generalmente, dura solo qualche giorno e si manifesta in lievi ma fastidiosi disturbi post-prandiali, come nausea, lenta e cattiva digestione e mal di testa.

Aumentando il volume dello stomaco – spiega il farmacista, dott. Alberto Vinci di Cataniaè percepibile un senso di gonfiore più o meno accentuato, che può essere rimediato assumendo, dopo il pasto, i carboni vegetali, detti anche attivi, che, con il loro potere di assorbire i gas intestinali, sono particolarmente utilizzati in presenza di aerofagia, meteorismo e flatulenza, grazie anche al loro effetto disinfettante“.

Il mio consiglio – continua – è quello di assaggiare tutto, ma non esagerare con le porzioni; cercare sempre di mangiare e masticare lentamente, in modo da innescare la digestione già a partire dalla bocca“.

Per non arrivare affamati al pasto, è buona norma non saltare la colazione: prima di uscire di casa è bene fare un piccolo spuntino, magari con frutta fresca e verdure per contrastare la formazione di radicali liberi indotta dagli alimenti molto calorici.

Sulle tavole apparecchiate si trova di tutto e certo non può mancare il vino: “Sì agli alcolici – dice il dott. Vinci – basta però non eccedere; un bicchiere di vino e uno di spumante durante un pasto possono bastare. Ma è importante soprattutto bere l’acqua: un bicchiere prima di pranzare e a ogni portata aiutano a sentirsi sazi“.

Generalmente le grandi abbuffate sono intercalate da ore e ore di chiacchierate, tombolate e partite a carte, durante le quali si rimane perlopiù seduti; non mancano, spesso i pisolini sul divano, per riprendersi dalla pesantezza che il  pasto consumato ci ha provocato. Tutto ciò non è salutare e non ci è d’aiuto alla digestione, né allo smaltimento di tossine e calorie in eccesso. “Una bella passeggiata, magari all’aria aperta – dice l’esperto – sicuramente è la soluzione migliore, accompagnata dagli intramontabili ‘rimedi della nonna‘, come il tradizionale ‘canarino’ (infuso di alloro e limone) e una punta di bicarbonato per eliminare eventuale acidità di stomaco“.

Come in tutte le circostanze, quindi, la moderazione e il buon senso sono i fili conduttori di una sana esistenza: anche in queste feste, pertanto, evitiamo gli eccessi e la nostra salute ne riceverà, senza dubbio, giovamento. Facciamo tesoro degli insegnamenti che i nostri padri latini ci hanno tramandato: “in medio stat virtus“.

Fonte immagine – blog.ferrarini.com