Trent’anni fa si spegneva la “luce” di Leonardo Sciascia: una vita per la verità, la scrittura e la giustizia

Trent’anni fa si spegneva la “luce” di Leonardo Sciascia: una vita per la verità, la scrittura e la giustizia

PALERMO – Il 20 novembre di trent’anni fa non è stato un giorno come gli altri per i siciliani, per gli italiani e per il mondo della cultura intero. In una casa di Palermo infatti, una luce che aveva dato tutto alla verità, alla giustizia, alla cultura, alla critica del potere, si spense.

Era la luce di Leonardo Sciascia, scrittore, giornalista, saggista (e chi più ne ha, più ne metta). Sciascia dovette cedere a quella rara forma di leucemia che ha logorato, ma non impedito, la sua passione più grande. Quella della scrittura e della verità.

Verità, come amava definire il suo libro “Affaire Moro“, a suo dire,”un’opera di verità“. Quella verità che qualcuno, forse, ha taciuto, ma che lui, leggendo con attenzione e profondità le lettere scritte da Moro stesso durante la prigionia, ha provato a fare emergere. Di sicuro ha avvicinato tutti a quella verità.

Verità e attualità, come nel suo romanzo più famoso “Il Giorno della Civetta“, in cui Sciascia racconta una serie di omicidi commessi dalla mafia e la conseguente lotta del comandante dei carabinieri Bellodi per arrivare alla verità e fare giustizia.

Sciascia era un uomo che è sempre andato contro le ingiustizie e che, per la scrittura dei suoi romanzi si ispirava a eventi realmente accaduti. Per il sopracitato “Giorno della Civetta“, aveva preso spunto dall’omicidio del sindacalista Accursio Miraglia, ucciso per mano della mafia nel 1947 a Sciacca, nell’Agrigentino.

Per spiegare pienamente Sciascia però, non basta un articolo. Ci vuole studio e memoria; quella memoria che lui ha lasciato ai posteri che, come Giuseppe Di Falco, hanno trasformato la sua casa di Racalmuto in un vero e proprio museo “Sciasciano”. Oppure coloro che hanno fondato la fondazione intestata a Sciascia stesso, nella quale vengono raccolti i suoi libri, i suoi scritti e dove viene ancora studiato il suo epistolario. Cosa fondamentale nella vita di ogni artista che si rispetti.

Trent’anni fa non moriva solo un uomo, solo uno scrittore, giornalista e intellettuale. Trent’anni fa moriva un simbolo della verità, dell’arte e della giustizia.

Fonte immagine Wikipedia