UniCt fanalino di coda delle università italiane, Codacons: “Scarsa offerta formativa porta alla fuga dei cervelli”

UniCt fanalino di coda delle università italiane, Codacons: “Scarsa offerta formativa porta alla fuga dei cervelli”

CATANIA – Mentre non si è ancora spento lo sconcerto provocato dall’incauto provvedimento del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Catania, che nei giorni scorsi ha deliberato di anticipare di oltre un mese e mezzo il pagamento del contributo minimo di tutti gli studenti non in regola con i crediti formativi (CFU), e mentre siamo in attesa che il Magnifico Rettore si decida a cancellare la delibera, comunque illegittima, finalmente arriva quella che, a pensarci bene, potrebbe essere una buona notizia sul fronte della amministrazione della nostra Università.

A Codacons e UniCodacons (Osservatorio per la qualità dei servizi accademici) è stato fatto notare che tra i componenti del Consiglio di Amministrazione della nostra Università figura il nome di Daniela Baglieri, professore Ordinario presso l’Università di Messina ed ex Presidente della SAC. In verità, non c’è incompatibilità alcuna sul fatto che un professore in servizio presso una Università venga chiamato da altra Università a fare parte del proprio CdA .

Ma è anche vero però che a qualcuno la cosa potrebbe apparire assolutamente inopportuna, non tanto per motivi di campanile quanto per il fatto che il CdA è l’organo di indirizzo strategico di un ateneo e che comunque UniME rimane competitor UniCT, anche se entrambi sono affratellati  dal fatto di essere relegati agli ultimi posti delle graduatorie sulla qualità delle Università italiane.

A questo punto c’è da constatare che, noncurante che proprio la scarsa appetibilità dell’offerta formativa sia stata la causa prima della massiccia fuga di studenti, l’università catanese anziché adoperarsi con impegno per migliorare la propria didattica, adotta un provvedimento che in ogni caso è tanto impopolare quanto inopportuno se non peggiorativo della situazione comatosa della didattica.

Per tali motivi Codacons e UniCodacons, superando atteggiamenti di appartenenza, suggeriscono un’altra chiave di lettura della vicenda della chiamata del docente dell’Università di Messina in seno al CdA del nostro ateneo. A riguardo occorre considerare che una parte consistente degli studenti che evitano l’Università di Catania preferiscono iscriversi all’Università di Messina. Alla luce di questi elementi, la decisione dell’Università di Catania di chiedere aiuto e di cooptare nel proprio CdA un chiarissimo professore dell’Università di Messina potrebbe essere un gesto di consapevolezza dei propri limiti e nel contempo rappresentare una mossa di alta strategia di accompagnamento degli studenti delusi dell’offerta formativa catanese per indirizzarli verso la vicina Università di Messina. Ciò anche in assenza di reciprocità.

Anzi, in considerazione che è parimenti compatibile la nomina a rettore o ad altre cariche accademiche di personale di altro ateneo, Codacons e Unicodacons suggeriscono di approfittare di tale importante possibilità e fare venire da altri atenei docenti, amministrativi e tecnici capaci di proporre iniziative per risollevare le sorti della nostra povera Università.  Potrebbe essere una buona idea. O no?

Immagine di repertorio