Palermo, presidio di artisti davanti al Comune

Palermo, presidio di artisti davanti al Comune

PALERMO – Nel pomeriggio di lunedì scorso in piazza Pretoria, davanti al Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, è iniziato un presidio di artisti che, protestando contro un’ingiunzione di sgombero del TMO (Teatro Mediterraneo Occupato), hanno operato una dimostrazione del lavoro da loro svolto quotidianamente all’interno del padiglione 1 della ex Fiera del Mediterraneo, occupato dal 16 dicembre 2013.

L’ingiunzione, che annuncia lo sgombero entro giorno 14 gennaio, è stata emessa dal Settore Risorse Immobiliari del Comune di Palermo.

Venerdì 9 gennaio era stata convocata dal collettivo occupante un’assemblea pubblica per annunciare la ricezione della notifica e per fare il punto delle attività svolte in più di un anno all’interno del padiglione che precedentemente giaceva in disuso, come la maggior parte del complesso fieristico. Da troppo tempo infatti non si riesce a trovare una destinazione per le strutture dell’ex fiera e, con l’eccezione di occasionali assegnazioni a tempo determinato di singoli padiglioni, sono andati praticamente deserti i bandi e non ha preso vita alcuno dei progetti ipotizzati, tra i quali la creazione di un grande Centro Congressi.

Il confronto tra occupanti e Giunta Municipale si snoda tra il ristabilimento della proprietà del padiglione da parte del Comune e la rivendicazione dell’importanza di attività di auto-organizzazione di interesse sociale e culturale invocata dagli artisti, e più volte sostenuta dalla stessa amministrazione comunale.

presidio 2

Ad aggiungere confusione c’è la presa di distanza dall’ingiunzione da parte di alcuni partiti che pure hanno propri consiglieri in giunta. “Per oggi – ha detto, durante l’assemblea di giorno 9, Turi Pirroneavevamo invitato anche le istituzioni e in particolare l’ assessore alla Cultura e Spazi Culturali. Ci adegueremo e, se non rientrerà l’ingiunzione, giorno 14 dovranno sgomberare di peso gli artisti da un teatro in piena attività”.

Davide Bologna