Grande distribuzione in Sicilia tra alti e bassi: ultimi mesi abbastanza tumultuosi

Grande distribuzione in Sicilia tra alti e bassi: ultimi mesi abbastanza tumultuosi

CATANIA – Gli ultimi sono stati dei mesi abbastanza turbolenti per quanto riguarda il settore della grande distribuzione in Sicilia. Abbiamo visto la questione relativa ai supermercati che appartenevano al gruppo Abate passati al marchio MD, quella riguardante i punti vendita del gruppo Distribuzione Cambria o ancora il salvataggio degli 800 dipendenti dei supermercati Sma e abbiamo notato come il settore viva di alti e bassi.

A pagarne le spese sono spesso i dipendenti, che si trovano quasi sempre alle prese con un forte rischio di perdita del proprio lavoro. Proprio la vicenda del gruppo Distribuzione Cambria ha vissuto tempi abbastanza tumultuosi.

Malgrado l’omologazione del piano di ristrutturazione, che ha scongiurato la crisi, ci sono ancora dei dettagli da limare e di questo ne dà conferma il vicesegretario provinciale Ugl Terziario Catania, Vito Tringale.

“Non abbiamo firmato alcun accordo – afferma Tringale – perché nella trattativa ci sono state delle cose non proprio chiare. Le liste del personale su Giardini Naxos non sono state inserite persone che ne avevano diritto. Noi agiremo tramite l’Ispettorato del Lavoro perché non si può andare al di fuori della legge perché sono state escluse persone che erano lì da un anno, mentre chi c’era da quattro mesi passerà col gruppo Arena”.

Riguardo alla situazione della grande distribuzione in Sicilia viene ribadito come la crisi sia solo una scusa per diminuire il personale nei punti vendita.

“Prima di investire – conclude Tringale – si fanno delle indagini di mercato e sondaggi e si deve essere consapevoli che una fetta di mercato si può prendere. La crisi è solo sulle spalle dei lavoratori e di questo una conferma sono le continue deroghe chieste a loro e aventi come scopo solo quello di abbassare il costo del lavoro. Ci vuole trasparenza e la legge deve essere rispettata. Riguardo al passaggio dei 200 dipendenti siamo d’accordo, ma la poca chiarezza da parte dell’azienda non ci convince”.