Catanese scambia multiproprietà in Egitto per una in Calabria, ma si rivela maltenuta e squallida: risarcito

Catanese scambia multiproprietà in Egitto per una in Calabria, ma si rivela maltenuta e squallida: risarcito

CATANIA – Un turista catanese possedeva una splendida multiproprietà in Egitto dal valore di circa 10mila euro, ma cercava un’alternativa sul mare più vicina a casa. Nel 2012 una Holding italiana gli ha proposto una multiproprietà in Calabria in cambio del locale in Egitto e un ulteriore conguaglio di 8mila euro: la brochure pubblicitaria descriveva il nuovo locale come situato sul mare, in un complesso turistico con grande piscina, con balconi e giardini vista mare e accesso a splendida spiaggia privata.  

La realtà, però, era diversa da quella pubblicizzata. Nel 2013, arrivato nella località della vacanza con la moglie, il turista aveva trovato un villaggio di qualità inferiore a quello egiziano, molto distante dal mare e malservito, dato che per raggiungere la spiaggia c’era solo uno squallido stradello di quasi 3 km con sottopassaggi della statale e della ferrovia.

La multiproprietà calabrese era costituita da un prefabbricato con rifiniture modeste e quasi privo di aria e luce. Ma il peggio è che, all’arrivo della coppia, il villaggio era ancora chiuso, nonostante il pagamento anticipato di 220 euro per gli oneri di gestione; pertanto i due sono stati dirottati in una struttura alternativa.

Il catanese aveva da subito denunciato alla Holding i diversi problemi della struttura, completamente diversa da quanto promesso, e aveva anche proposto la sostituzione con una multiproprietà nel villaggio in cui i due erano stati temporaneamente dirottati. Di fronte al diniego della società, la coppia si è rivolta a Confconsumatori Catania, dove ha trovato assistenza fino alla decisione di intraprendere una causa.

Dopo un lungo percorso per ottenere giustizia, a fine luglio 2019 il Tribunale di Catania ha condannato la Holding a rimborsare il consumatore non solo del danno patrimoniale (circa 18mila euro) ma anche per il danno da vacanza rovinata, ossia per i disagi subiti e per l’impossibilità di fruire della multiproprietà dal 2013 al 2019 (ulteriori 2.500 euro).

Per il giudice la brochure era ingannevole e la Holding aveva violato gli articoli 20, 21 e 71 del Codice del Consumo. “La sentenza ribadisce che in materia di multiproprietà l’informativa commerciale deve essere effettiva e corretta – spiegano gli Avvocati Maurizio Mariani e Carmelo Calì, che hanno difeso in giudizio il consumatore -. Questi risultati sono di conforto e di enorme soddisfazione perché mettono dei punti fermi e fanno ben sperare per il futuro della tutela dei consumatori-turisti“.

Immagine di repertorio