All’Ambasciatori Manlio Dovì tra infedeltà e tradimenti a passo di “Tango”

All’Ambasciatori Manlio Dovì tra infedeltà e tradimenti a passo di “Tango”

CATANIALa storia di un impenitente don Giovanni e di quattro giovani e procaci donne che si struggono d’amore, inconsapevolmente, per lo stesso uomo fin quando il gioco del piacere messo in vita dal rampante Marco Anselmi, uno spumeggiante Manlio Dovì, viene distrutto dallo stesso artefice, perché annoiato e soffocato dalle troppe esigenze di un amore a quattro.

L’obiettivo di ritornare finalmente libero da ogni pseudo legame e soddisfare al meglio e senza freni la propria sessualità, si consuma a passo di “Tango” sul palco del teatro Ambasciatori per un debutto in grande stile accolto calorosamente dai tanti presenti in sala.

Pregevole l’idea di far diventare il testo di Aldo Lo Castro, vincitore del premio Uniter, nato inizialmente come prosa, un musical dove per la prima volta, tra le righe, si parla di solidarietà tra donne decise a dichiarare guerra al poligamo compagno, inscenando una serie di esilaranti e paradossali gag per uno spettacolo adatto ad un pubblico trasversale.

Una messa in scena briosa, diretta da Gisella Calì, nome noto nella realizzazione dei musical siciliani più belli come “I promessi Sposi Amore e Provvidenza” o “Save the cotton’s”, con le eccellenti coreografie di Erika Spagnolo, che con un ritmo veloce, spassosi dialoghi e sensuali balli diverte e conquista non solo per la freschezza del testo e l’indiscutibile bravura del cast, ma permette allo spettatore di riflettersi in uno specchio rivedendo se stesso, le piccole o grandi infedeltà vissute nei confronti del proprio partner.

Il cast, capitanato da Manlio Dovì, è composto dal sempre bravo Cosimo Coltraro nel ruolo del maggiordomo tutto fare e braccio destro delle bravate del latin lover siciliano e vittima predestinata dalle quattro protagoniste femminili, Chiara Barbagallo, Valeria Fisichella, Iridiana Petrone, Laura Sfilio, ovvero le compagne dell’aitante Anselmi, e Giuseppe Brancato nel ruolo del notaio.

Il fine è raccontare una “pericolosa” storia d’amore e tradimenti dal finale al fulmicotone caratterizzata da un umorismo pungente e sarcastico capace di mantenere sempre alta l’attenzione dei presenti che hanno elargito meritati e generosi applausi.