Omicidio Raciti, chiesto affidamento ai servizi sociali per Antonino Speziale

Omicidio Raciti, chiesto affidamento ai servizi sociali per Antonino Speziale

CATANIA – È stata presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera l’istanza per la concessione dei benefici della misura dell‘affidamento in prova ai servizi sociali e, in subordine, di concessione della detenzione domiciliare e della concessione dei permessi premio, per Antonino Filippo Speziale, il 30enne condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio del 2007.

Il giovane, minorenne al momento dei fatti per i quali è stato ritenuto colpevole, si trova attualmente recluso nel carcere di Caltanissetta, dove sta scontando la pena di 8 anni di reclusione che gli è stata inflitta dal Tribunale per i Minorenni di Catania, divenuta definitiva il 14 novembre 2012. Dalla condanna sono stati detratti 2 anni perché trascorsi da Speziale in custodia cautelare.

Il legale rende noto che “dal 14 novembre 2012 ad oggi, Speziale ha ininterrottamente scontato la pena in regime di detenzione in carcere e, pertanto, la pena residua ad oggi è inferiore ai tre anni“, e che, “per gran parte della pena espiata, ha tenuto regolare condotta all’interno dell’istituto carcerario dove si trova ristretto, dimostrandosi pronto per un concreto percorso di reinserimento sociale“.

L’avvocato Lipera aggiunge, inoltre, che “si ravvisano nel caso in esame i presupposti per la concessione del beneficio, in particolare il residuo della pena da scontare non supera i tre anni e la misura alternativa si palesa necessaria nel percorso di rieducazione del condannato, stante la giovane età di Speziale e la non ostatività del reato per il quale è stato condannato alla concessione del beneficio in discussione“. Il difensore rileva anche che il 30enne “potrebbe beneficiare di occupazione lavorativa nel Comune di Catania, di cui si riserva produzione documentale”.

La richiesta del beneficio avanzata permetterebbe a Speziale, sottolinea il legale, “di coltivare i propri interessi affettivi e culturali, garantendo così allo stesso la possibilità di intraprendere un graduale percorso di reinserimento nella società“.

Fonte foto: Ansa