Sicilia, passi “da gigante” per la mobilità sostenibile ma ancora tanto da fare: il quadro del rapporto MobilitAria 2019

Sicilia, passi “da gigante” per la mobilità sostenibile ma ancora tanto da fare: il quadro del rapporto MobilitAria 2019

CATANIA – Ancora tanto lavoro da fare ma altrettanta voglia di fare passi in avanti per migliorare la qualità della vita e la situazione ambientale: è il quadro che emerge dal rapporto MobilitAria 2019, che tra le 14 aree metropolitane italiane oggetto di studio ha incluso tre città siciliane.

Si tratta di Catania, Palermo e Messina. Gli altri centri inclusi nel report, realizzato dal gruppo di lavoro Mobilità Sostenibile di Kyoto Club e dagli esperti dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche con la collaborazione dell’Opmus (Osservatorio Politiche Mobilità Urbana Sostenibile), sono: Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. Il duplice scopo della ricerca è fornire informazioni sulla qualità dell’aria e sui progressi del trasporto pubblico locale nelle diverse città nel corso dell’ultimo biennio.

Quanto emerso in merito ai tre capoluoghi di provincia siciliani è piuttosto sorprendente: dei progressi ci sono, anche se in parte ancora invisibili agli occhi della popolazione, ma esistono ancora squilibri, “punti neri” e progetti da troppo tempo in cantiere che al momento impediscono alle principali città isolane di distinguersi a livello nazionale.

Tra le tre, Catania è sicuramente quella che ha presentato il maggior numero di successi: primo tra tutti quello della metropolitana, che ha registrato un risultato senza precedenti in termini di trasporto pubblico, diventando nel giro di meno di un triennio uno dei mezzi prediletti dell’utenza per spostarsi da un punto all’altro della città (con un aumento di passeggeri del 130% nel 2018). Ulteriore nota positiva per l’elevato numero di progetti da realizzare prossimamente, come l’estensione della rete del servizio con i progetti PON Metro.

Grande evoluzione per la mobilità sostenibile catanese anche l’ampliamento della pista ciclabile. Uno delle attività PON Metro da realizzare nei prossimi anni prevede proprio la funzionalizzazione della rete ciclabile cittadina con “il completamento del percorso della pista ciclabile della rete litoranea, il completamento della rete ciclabile centrale e nuove corsie dedicate alla bicicletta”. Presi in elevata considerazione dal rapporto MobilitAria anche gli incentivi comunali e del Ministero dell’Ambiente per l’acquisto di mezzi elettrici a due ruote, attivati all’inizio del 2018, e gli ammodernamenti del passante ferroviario del capoluogo etneo con la creazione della nuova fermata di Catania Picanello (inaugurata il 20 dicembre scorso nell’omonimo quartiere) e l’annuncio, a febbraio del 2019, del proseguimento dei lavori per garantire all’aeroporto Fontanarossa una stazione ferroviaria presumibilmente entro il 2020.

Nonostante il perfezionamento del trasporto pubblico locale, a Catania le cose sembrano non andare altrettanto bene sul fronte della qualità dell’aria: se, infatti, i livelli di biossido d’azoto (NO2) e di polveri fini inquinanti si mantengono al di sotto dei limiti stabiliti nella maggior parte della città, la stazione di traffico di viale Vittorio Veneto avrebbe rilevato nel 2018 un aumento di concentrazione di NO2 nell’area, con un incremento (e quindi un peggioramento della qualità dell’aria) del 20% rispetto al 2016. Un risultato non brillante per la città, in linea, purtroppo, con tante altre metropoli a livello nazionale (Torino e Milano in primis).

Novità favorevoli anche nel capoluogo siciliano: nonostante l’aumento dell’indice di motorizzazione, gli investimenti, la fornitura di 89 nuovi autobus, il potenziamento del servizio di car (si registra, infatti un raddoppio degli utenti nell’ultimo periodo) e bike sharing (con +400 mezzi e +56% di fruitori), il raddoppio dei binari tra le stazioni di Palermo Centrale e Palazzo Reale Orleans (da dicembre 2018) e la riattivazione del collegamento tra la stazione di Palermo Centrale e l’aeroporto “Falcone e Borsellino” hanno contribuito a rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile nella grande città.

Significative anche l’apertura di alcuni bandi, come per quello per del progetto Pon Metro “Percorso ciclabile zona Sud da via Archirafi al Porticciolo della Bandita comprensivo di opere smart (agosto 2018), e la creazione di nuove Zone a Traffico Limitato nel centro storico.

Buone notizie anche per la qualità dell’aria a Palermo: sembra che nell’ultimo biennio non vi siano stati peggioramenti importanti (anzi, in certe aree sarebbe perfino stato registrato un lieve miglioramento) e che il capoluogo della Regione Siciliana si mantenga entro i limiti stabiliti dalla normativa nazionale.

Messina, secondo quanto rivelato dal rapporto, “ha mantenuto il suo impegno per potenziare l’offerta di trasporto pubblico locale”. I risultati sono ottimali, specialmente se si considera la bassa considerazione che in molti hanno del capoluogo peloritano: nel 2018 è stato siglato un patto per l’aggiunta di 13 nuovi autobus elettrici, sono state installate nuove stazioni di carica che presto dovrebbero entrare in funzione ed è partita la progettazione della pista ciclo-pedonale Laguna Capo Peloro (gennaio 2019).

Unici punti “oscuri” per la città il dibattito sull’inefficienza del tram, conclusosi con un nuovo piano per la riqualificazione della tranvia messinese, e la presenza ancora limitata di Zone a Traffico Limitato e di piste ciclabili.

Nessun mutamento fondamentale, invece, in termini di qualità d’aria, eccetto una riduzione netta della precipitazione cumulata (un dato, questo, registrato praticamente in tutte le 14 città prese in oggetto nel report Mobilitaria 2019).

Dal rapporto emerge una serie di tentativi di uscire da un “periodo buio” durato decenni nelle maggiori città siciliane e, pian piano, anche nelle aree periferiche.

Immagine di repertorio