Cosa era il fondo patrimoniale e a cosa serve oggi

Cosa era il fondo patrimoniale e a cosa serve oggi

Per un lungo periodo, in passato, molti imprenditori o liberi professionisti che avessero avuto il fondato timore che un investimento sbagliato, un debito di lavoro o quant’altro potesse intaccare il proprio patrimonio, istituivano a tempo debito con la moglie apposito fondo patrimoniale, in modo da “proteggere” i beni immobili inseriti in tale campana di vetro. Si trattava di uno “scudo”, apposto su immobili e titoli, in forza del quale si produceva un effetto essenziale: i creditori non possono più pignorare tutti i beni inseriti nel fondo patrimoniale a meno che l’obbligazione per la quale avanzano soldi sia stata contratta per esigenze della famiglia (ad esempio le spese per l’università dei figli, la manutenzione ordinaria o straordinaria della casa, l’auto per andare a lavorare, ecc.).

Questa soluzione, che trovava grande riscontro soprattutto tra imprenditori e partite iva, tutelava pienamente i loro patrimoni ma, al contempo, deludeva spesso i creditori che non potevano in alcun modo soddisfarsi sui beni presenti all’interno di tale fondo. Venivano cosi a prodursi in capo ai titolari del fondo, svariati debiti che non potevano poi essere riscossi in quanto protetti i principali beni immobili dal fondo patrimoniale.

Il fondo patrimoniale oggi

La situazione è radicalmente cambiata e oggi, il fondo patrimoniale ha una efficacia protettiva quasi inesistente, avendo la Cassazione recentemente demolito tale impianto di tutela dei beni familiari.

Già nel 2015 si assisteva al tramonto del fondo patrimoniale quando, con una modifica al codice civile, si è reso pignorabile il fondo patrimoniale – anche per debiti estranei alle esigenze familiari – se il creditore trascrive, nei pubblici registri, il suo pignoramento entro l’anno successivo alla costituzione del fondo stesso. Ad esempio, se Antonio va dal notaio il 1° maggio 2018 per inserire la propria casa nel fondo patrimoniale ed entro il 30 aprile 2019 (1 anno esatto) un creditore inizia un pignoramento (trascrivendolo nei registri), tale creditore può comunque pignorare la casa di Mario, nonostante essa sia stata inserita nel fondo.

Ma è nel 2018 che la Cassazione, ha totalmente demolito la tutela del fondo patrimoniale, statuendo che rientra nel concetto di «bisogni di famiglia» (che consentono il pignoramento dei beni inseriti nel fondo) un vasto elenco di debiti, da quelli fiscali nei confronti di Agenzia Entrate Riscossione a quelli coi fornitori dell’attività lavorativa, dalla fideiussione prestata per l’azienda di famiglia ai debiti derivanti dall’attività professionale. In questo modo si è abbracciata la quasi totalità delle situazioni di morosità. Il che significa che aumenta il numero di creditori che possono pignorare il fondo patrimoniale in ogni momento (anche dopo i cinque anni necessari alla azione revocatoria ordinaria).

Oggi pertanto, il fondo patrimoniale ha una portata del tutto marginale, quasi insignificante e non è più, anche per chi lo ha istituito sui propri beni anni addietro, una garanzia solida per l’inattaccabilità patrimoniale. È sempre opportuno, in questi casi, rivolgersi a un avvocato competente, affinché questi possa suggerire al proprio cliente tutte le possibili soluzioni, sia per il debitore che per il creditore, per ottenere quanto voluto o preteso.